TELARO
Uva: aleatico
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Siamo ai confini con il Lazio ed è dunque spiegata la robusta presenza dell’aleatico tra i vigneti campani del vulcano spento di Roccamonfina. L’omologazione rossista degli ultimi dieci anni non solo ha quasi abolito la voce rosato dalle carte dei ristoranti e dai depliant dei produttori, ma anche quasi eliminato una grande tradizione contadina che dalle Alpi, parliamo dello stupendo moscato rosa dell’Alto Adige, sino al Sud, vedo l’Aglianico dolce spumantizzato nel Vulture, è sempre stata solida e diffusa. Difficilmente oggi i rossi dolci riescono a trovare spazio se non in qualche davvero rara eccezione. Ecco perchè la scelta dei fratelli Telaro di mantenere questa produzione va sostenuta,e tra l’altro il mercato gli tira pure bene perché, questo i produttori ma soprattutto mi rappresentanti e i ristoratori faticano a capirlo, questi bicchieri sono amati anche da chi in genere non beve. In realtà nessuno è veramente astemio se non per motivi di salute, ad alcuni piace il gusto secco, ad altri il dolce, e qualcuno ha stabilito che solo i primi sono bevitori destinando gli altri al consumo di birra e Coca Cola: le cose fino a qualche decennio fa non stavano così perché appunto il vino era l’unica bevenda possibile oltre l’acqua nelle campagne. Ecco allora la diffusione del moscato e dei rossi dolci che piacciono anche ai bambini. Insomma, come dire che solo chi mangia agnello è carnivoro mentre chi preferisce il vitello è in un mondo a parte. Se così stanno le cose, vi consiglio allora questo Aleatico fatto da Pasquale Telaro: l’uva conferma la sua struttura, il suolo regala mineralità e freschezza, l’escursione termica e le nebbie della vallata modellano l’eleganza di un bicchiere di buono spessore, abbastanza morbido, dolce ma non stopposo grazie alla notevole spinta acida del frutto conservata nonostante il leggero passaggio in legno. Lo abbiniamo anzitutto alle castagne fatte in tutti i modi possibili e immaginabili, su una bella pasta e fagioli con la cotica, la trippa al pomodoro senza peperoncino, i dolci di campagna e le crostate con il castagnaccio o le marmellate di frutta rossa. Insomma, fatevene una buona scorta e aspettate la primavera.
Sede a Galluccio, Via Cinque Pietre. Tel. 0823 925841, fax 0823 925021. info@vinitelaro.it www.vinitelaro.it Enologo: Pasquale Telaro. Ettari: 60. Bottiglie prodotte: 600.000. Vitigni: falanghina, greco, fiano, sauvignon, aglianico, piedirosso, barbera.
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