Al Pompiere a Verona
Vicolo Regina d’Ungheria, 5
Tel. 045 8030537
Sempre aperto, chiuso la domenica
di Giulia Guadagnin
Il Vinitaly è alle porte, i più avveduti avranno prenotato il loro tavolo di vicolo Regina d’Ungheria con un anno d’anticipo, i meno solleciti sperano –forse vanamente- di accomodarsi dopo le ore 14 del lunedì veronese più infuocato dell’anno se il patron Marco Dandrea concederà loro grazia.
“Al Pompiere” a Verona è un’istituzione e in Italia una delle migliori trattorie, anche se in pochi lo scrivono perché la proprietà è di quelle che si fanno i fatti propri, testa bassa e pedalare, niente uffici stampa e amenità varie, perché non ne ha bisogno, sold out continuo e soddisfazione permanente.
E’ una vera trattoria, calda nelle pareti, lussuosa nello spirito e nel servizio, camerieri in livrea e cuochi con la toque che servono al tavolo, in un’atmosfera leggermente fanè senza essere demodè ma evergreen, sempreverde, per chi ama certi inglesismi da frase fatta.
Si chiama così in omaggio a un anonimo estintore di fiamme che l’aprì ai primi del ‘900 in una stradina discosta del centro come locanda, poi restò sempre attiva fino all’acquisizione attuale –anno domini 2000- quando ancora non si parlava di trattoria moderna, ma Dandrea –consapevole o no- l’ha realizzata, con gioia di tutti.
Moderna perché creativa?
No, moderna perché rappresenta in via trasversale sia il territorio che il Paese, il km. 0 e il km. buono.
Moderna perché punta sul dodicesimo uomo in campo, il servizio di sala, questo –ormai- sconosciuto.
Moderna perché comunica joye de vivre, che è l’essenza del buon mangiare e dello stare bene.
In ciò, aiutata da storia ed esperienza, da tradizione e centralità geografica di una città che è lo spartiacque tra Veneto e Lombardia, che guarda il Brennero e l’Emilia.
In due sale attovagliate a quadri, arredate a legno scuro e immagini di celebrities alle pareti (riconoscerete alcuni giornalisti gastronomici e vi chiederete perché mancate proprio voi), il sapiente e concreto personale di sala vi proporrà una trentina di salumi e un centinaio di formaggi, dalle Alpi alle Ande dal Manzanarre al Reno o poco ci manca.
Prosciutti di Parma, Montagnana, Nero dei Nebrodi generosamente affettati da una Berkel a movimento perpetuo; toma piemontese, monte veronese, stilton, chi più ne ha più ne metta, e giardiniera casalinga cui non si può mai dire no.
Riceverete una carta dei vini solida e matura, adatta anche ai dì di festa che non tralascia alcuna referenza locale rive gauche e droit di corvinone e molinara, Quintarelli e Monte dei Ragni e tutto il resto, di Piemonte ce n’è che sembra di essere a La Morra e anche in quanto a Francia non si scherza, come si compete a ogni locale bourgeois che si rispetti.
Per il prosieguo, lingua e cotechino con l’immancabile pearà, seppie nere, crema di zucca con caprino, una serie di primi a base pasta fresca che non scontentano mai, come i ravioli di faraona e burro di nocciola, i bigoli di farina d’orzo con carciofi “castraure” e formaggio montelupo, un risotto di stagione che al momento contempla il broccolo di Custoza e il tartufo nero, senza trascurare pasta e fagioli e la versione centroitalica con le cicerchie e i fagioli del Trasimeno.
Come secondo a porzione non pediatrica, l’immancabile guancia all’Amarone e la coda di bue con purè, il fegato alla veneziana, lo stinco con le patate vitellotte, il baccalà alla vicentina con le sue trippe, il salmerino con lenticchie e radicchio tardivo.
La star locale non ancora citata? Il tiramisu, ovviamente. Presente in grande spolvero, ma anche la crema fritta e la millefoglie al mascarpone non lasciano indifferenti.
Segni particolari? Ci si torna sempre. Prenotando per tempo, però.
Al Pompiere a Verona
Vicolo Regina d’Ungheria, 5
Tel. 045 8030537
Sempre aperto, chiuso la domenica
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