di Antonio Prinzo
Sabato 29 marzo un cielo spettacolare, azzuro che ti viene voglia di volare e voliamo da Roma alla Reggia di Caserta dove si tiene le Radici del Sud. L’AIS Campania in questa spettacolare cornice ha dato il meglio di se mettendo insieme tantissime etichette soprattutto Campane ma anche di tutti i sud dall’Australia, al Sud Africa passando per le Americhe. Tra un appuntamento e l’altro (la prossima volta si spera in una maggiore attenzione al rispetto degli orari) si saltella tra le varie Aree Tasting. L’area dedicata alla Campania collocata nella stupenda rotonda del primo piano della reggia, rappresenta un bello spaccato della splendida produzione campana e se mi ripenso con il mio calice in mano tra colonne e fughe vanvitelliane mi chiedo che sto a fare oggi in ufficio. La splendida mostra dedicata ad Hackert ha chiuso questa giornata memorabile in quel di Caserta. Ma come diceva il grande Corrado non finisce qui e da Caserta si resta nel casertano (alla faccia di tutti gli allarmi e le sirene isteriche che ci hanno aggredito per giorni e giorni tra spazzatura e mozzarelle) andando a dormire all’Agriturismo Le Campestre.
Sono le 18 si sale verso Campo di Sasso in un atmosfera lontata anni luce dalle rappresentazioni ottuse di buona parte degli organi di informazione. Una campagna bella e rigogliosa, strade pulite e quell’aria di tranquillità che ci fa subito pensare che stiamo andando nella direzione giusta. Dell’agriturismo Le Campestre e del conciato romano avevo letto nel sito, così come pure della prematura scomparsa di Fabio, questo “grande” ragazzo ventiduenne figlio di Liliana e motore della riscoperta di questo grandissimo formaggio. Entrati alle Campestre si viene subito accolti in modo magnifico da due bei cani bianchi e poi dal volto sorridente di Eulalia, bastano due secondi e ci sentiamo a casa nostra. Il posto è un paradiso, nel verde, nel silenzio, tra animali che ti riportano subito al valore della terra. Si cena in intimità, negli occhi di Liliana il dolore di madre ma la forza e il coraggio di chi va avanti, nel viso di Franco la forza di un grande padre e poi il figlio Manuel che con Eulalia ci coprono di attenzioni. Potrei dilungarmi a descrivere questo posto ma è tutto già scritto. Voglio solo dire con queste righe che quando si approda in un luogo come questo animato da persone straordinarie è come se liberassi d’improvviso la testa e gli occhi, toccando veramente i Valori, non quelli che ci vengono vomitati addosso ogni giorni dai tanti politici in cerca di voti, ma quelli veri di gente laboriosa che con fatica ed entusiasmo lavora per noi, proprio per noi. E ci da l’esempio e ci fa ritrovare l’orgoglio e la speranza per guardare avanti e lavorare per una Campania serena e felice.
Dai un'occhiata anche a:
- Polemiche estive. Dieci punti di vista, da leggere sotto l’ombrellone
- Congresso Assoenologi a Cagliari: cinque cose sul mercato da mandare a memoria
- Lettera ad un pizzaiolo senza qualità
- Lettera di una “cameriera” calabrese a Vittorio Feltri
- Fretta e velocità dalla ruota ai social network
- Come è cambiato il mestiere di chi vende il vino? Sentiamo Valerio Amendola che lo fa da 30 anni ed è figlio d’arte
- Bonilli, l’anniversario della morte e la presunta crisi del fine dining
- Michelin a Napoli. Togliere la stella a Palazzo Petrucci è stata solo una cattiveria autolesionista