Le spaziose cucine di Fabbrica dei Sapori. Questa foto è di Stefania Carlo, le altre di Monica
Il primo festival dedicato al grande vitigno del Sud, definito dagli esperti non solo campani, “la varietà tra le più importanti d’Italia” è servito anche a esplorare le sue potenzialità in cucina e le possibilità di abbinamento con i piatti del territorio. Campana, lucana, calabrese e pugliese. Dopo una serata inaugurale tinta di rosa, durante la quale, in cucina, si sono alternate Angela Ciriello, Antonella Iandolo, Giovanna Voria e Nello Razzano, nella seconda serata è stato il turno di una carrellata di signori chef che hanno proposto piatti di grande struttura, come giustamente si addice a un vino “maschio” come l’Aglianico.
A loro il compito di elaborare una preparazione con il Naima di Viticoltori De Conciliis, l’Aglianico di Nicola Venditti, il Rubato dei Feudi di San Gregorio e Il Sigillo di Cantine del Notaio.
Ma come si comporta l’Aglianico in cucina?
Senza entrare nel merito delle differenze territoriali che lo rendono, organoletticamente e al gusto, perfino diverso da vigna a vigna, e quindi, inevitabilmente, da terroir a terroir, l’Aglianico si presenta sempre come un vino di grande spessore e apporto colorante, dotato di un significativo punto d’alcol e di una grande struttura. Un vino che controbilancia, con la sua personalità tannica e alcolica, pietanze grasse e untuose e esalta la saporosità dei piatti più complessi regalando un lungo intenso piacere a tavola.
Messo in pentola, colora gli ingredienti avvolgendoli in un manto denso dalle tinte autunnali. Li accende e li scalda.
Molta carne, indubbiamente. Ma c’è stato anche chi come Rinaldo Merola in omaggio alla tradizione cilentana che proprio di mare non è, ha osato l’utilizzo di un polpo.
Predisposti gli ingredienti sul tavolo, a turno, si sono alternati ai fornelli, dinanzi al grande occhio della telecamera.
Rinaldo Merola del Ristorante Angiolina di Pisciotta ha presentato
Francesco Rizzuti dell’Antica Osteria Marconi di Potenza ha proposto
Paolo Barrale del Ristorante Marennà di Sorbo Serpico ha cucinato
Infine Angelo d’Amico del Ristorante Barry del Cristina Park Hotel di Montesarchio ha ideato
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