di Teresa Mincione
E’ l’Aglianico il protagonista indiscusso della convention tenutasi al Radisson Blu di Roma il 17 e 18 Febbraio. Seminari, verticali, banchi d’assaggio hanno coinvolto quanti sono stati affascinati e incuriositi dal vitigno a bacca rossa re dei filari campani. E non solo.
Enologi, produttori ed esperti impegnati in sedute tasting per un analitico tu per tu con il vitigno. Un focus monotematico che ha permesso, come mai sin ora, di approfondire e di entrare nel vivo delle peculiarità di uno straordinario vitigno e del suo terroir. Tra le occasioni di approfondimento la doppia orizzontale dei millesimi 2011- 2013 con gli enologi Fortunato Sebastiano e Gennaro Reale.
In degustazione si sono susseguite alcune tra le zone di maggior diffusione dell’Aglianico, lette attraverso i vini prodotti in due annate molto diverse tra loro dal punto di vista climatico: Mustilli per il Sannio, Villa Raiano e Tenuta Cavalier Pepe per l’Irpinia, Casa di Baal per le colline salernitane, Musto Carmelitano e Tenuta I Gelsi per il Vulture. Ebbene, tirando le fila, dici Aglianico e intendi indiscussa austerità, innata possenza e grande capacità emozionale. Sono diversi e variegati i territori in cui insiste questo vitigno, ognuno con un suo curriculum vitae, ognuno con un suo dna ben preciso. Aglianico del Taburno, Aglianico di Taurasi, Aglianico del Vulture: tante anime, diverse declinazioni (in diverse regioni, un pò come il Sangiovese) figlie di ciascun (differente) areale. Se solo si pensa alla Basilicata, per molto tempo è stata una regione monovitigno dal punto di vista delle doc poiché aveva solo la doc Aglianico del Vulture. E’la stessa Campania ad abbracciare parte delle sue diverse declinazioni: Irpinia, Cilento (unica area non vulcanica della Campania che si aggancia al nord della Calabria), Sannio beneventano (dove si produce il 60-65% di tutta la produzione viticola campana). E ancora, nella parte nord della Puglia, in Molise e per finire, versante nord della Calabria. E’ il vitigno a bacca rossa che da sempre produce alcuni tra i migliori vini rossi del sud Italia dove la Campania ha offerto un locus perfetto per dare i natali alle DOCG (Taurasi e Aglianico del Taburno) e in Basilicata, sui terreni vulcanici del monte Vulture, all’Aglianico del Vulture. Gli enologi lo annoverano con certezza di una fra le varietà più difficili da interpretare ma che, tuttavia, non stenta mai, nelle tre zone d’elezione, a raggiungere insospettabili vette di eleganza, profondità e carattere. Le sue origini sono antichissime, sembra che sia stato introdotto in Italia dai Greci intorno al VII secolo a.C. Un vitigno mascolino ma certamente di straordinaria eleganza se si interpella il tempo. Gradisce un clima caldo ma sono le escursioni termiche, la grande ventilazione e la luminosità a rendere preziose le sue migliori espressioni. I suoli su cui insiste sono per la maggior parte poveri di minerali, argilloso-calcarei, ricchi di potassio da conferire struttura e sapidità ai vini. A guardarlo con la lente d’ingrandimento è un vitigno con un germogliamento precoce e una maturazione tardiva. Il grappolo è mediamente compatto con un acino sferico dalla buccia mediamente sottile ma pruinosa e ricca di polifenoli (antociani e tannini). Ha un ciclo vegetativo molto lungo, ha una buona fertilità basale e consente potature sia corte (cordone speronato) sia lunghe (guyot/tendone).
Annata 2013
Il millesimo 2013 ha visto un inverno mite con abbondanti piogge da gennaio a marzo e ciò ha comportato un germogliamento ant icipato in tutti gli areali. Piccola ondata di caldo nella seconda metà di aprile mentre nei mesi di maggio e giugno si sono alternate temperature basse e piogge frequenti. La fioritura stata ritardata e si sono avuti problemi di allegazione e acinellatura. Il mese di Luglio ha visto le temperature in aumento, significative escursioni termiche e leggere grandinate a macchia di leopardo. Ad agosto e settembre le temperature sono state mediamente più fresche, anche se piccoli picchi di caldo e notevoli precipitazioni hanno accentuato il ritardo delle fasi fenologiche. Ottobre è stato fresco e soleggiato. La vendemmia è stata mediamente posticipata con la raccolta dell’Aglianico dai primi di Ottobre a metà Novembre.
Aglianico di Baal 2013 Casa di Baal Azienda Agricola
Montecorvine Rovella (Sa)
Colline molto dolci a sud di Salerno a nord del Cilento alle spalle dei monti Picentini, vicino al mare tra i 70 e i 150 mt s.l.m. Annibale ed Anna hanno prodotto vino per gli amici fino al 2005 in cui si decise di dar vita all’azienda Casa di Baal. Oggi l’azienda è un connubio tra generazioni in cui convivono la vecchia e la nuova.
La denominazione Casa di Baal (intesa appunto “casa di annibale”) rappresenta un omaggio al fondatore dell’azienda Annibale, quale segno di attaccamento alle radici e ad una spiccata inclinazione all’innovazione. Tra ben 30 ettari di vigneto di proprietà, di 12 e 20 anni, 5 ha sono allevati a guyoty con uve Aglianico. La zona è calda e asciutta con una brezza marina particolare e con limitate escursioni termiche. I suoli sono molto sciolti e sabbiosi con presenza di piccolo scheletro e ma molto drenanti e leggeri.
L’Aglianico di baal è vinificato in acciaio e affinato per 12 mesi in tonneaux di media grandezza di rovere francese e successivamente almeno 8 mesi in bottiglia. La supervisione agronomica e enologica è di Gennaro Reale.
Rubino luminoso dalla trama leggera. Non è un naso che va cercato. Refoli di caffè, cacao, tabacco, cenere, amarene sotto spirito. Al gusto esprime una buona sapidità e una bella freschezza. Il tannino è ancor da smussare. Ancora un pò troppo ingessato anche nel tono amaricante sul finale.
Calaturi Aglianico del Vulture Docg 2013 Tenuta I Gelsi
Tenuta I Gelsi si trova a Rionero in Vulture, una delle zone di maggior pregio per la produzione dell’Aglianico. Fondata nel 2003 da Pasquale Bafunno e Ruggiero Potito per dar voce a un progetto di valorizzazione delle vigne di famiglia. I vigneti coprono una superficie di circa 10 ettari, quasi tutti nel comune di Rionero, in località Monticchio Bagni.
Il Calauri matura in botti di rovere di diverse dimensioni per 18 mesi, poi in bottiglia almeno 2 anni.
Rubino luminoso. Un calice giovane ma che non pecca mai in eccessi giovanili. Un olfatto tipico nelle nuance di frutta rossa e scattante al gusto dove refoli di spezie arricchiscono il sorso. Sapido e gustoso buona chiusura sul finale.
Aglianico del Vulture Serra del Prete 2013 Musto Carmelitano
L’Aglianico del Vulture Serra del Prete della cantina Musto Carmelitano è un vino rappresentativo del territorio lucano che nasce dall’intraprendenza di Elisabetta Musto Carmelitano, a capo dell’azienda fondata nel 2007 e dal lavoro nei tre ettari di vigneto di proprietà del fratello Luigi e dal padre Francesco in una zona centrale della denominazione Vulture, dai 350 agli 800 mt s.l.m..
La supervisione enologica è di Sebastiano Fortunato. Il Serra del Prete prende il nome dall’omonimo vigneto di oltre 50 anni allevate a guyot oggi a coltivazione biologica a circa 500 mt s.l.m. su terreni prevalentemente argillosi con presenza di ceneri vulcaniche e vene di arenaria calcarea e buona presenza di sostanza organica. Fa fermentazione con lieviti indigeni in acciaio e affina10 mesi in acciaio e cemento. E’ imbottigliato e lasciato per 12 mesi ad affinare prima della commercializzazione.
Rubino intenso. Il naso è espressivo nella particolare nota floreale di rosa canina, tulipano rosso, violetta. Esprime giovinezza anche dai profumi. Ciliegia croccante, ribes, liquirizia. sottobosco, noce moscata. Di buon equilibrio l’assaggio, fresco, sapido, dal tannino calibrato. Un calice godibile e di grande abbinabilità. Ha tempo per crescere.
Aglianico Sannio Doc Mustilli
Siamo in una parte del Sannio che ha superato il monte Taburno e ci si ritrova più vicini al casertano. La famiglia Mustilli giunse a Sant’Agata dei Goti all’inizio del ‘500. Originaria di Ravello, scelse il borgo sannita come nuova terra di lavoro. Negli anni ’70, poi, Leonardo e Marilì Mustilli decisero di rinnovare la tradizione familiare della coltivazione della vite, reimpiantando nelle colline di Sant’Agata dei Goti i vitigni autoctoni campani quali falanghina, greco, aglianico e piedirosso, all’epoca abbandonati o sostituiti da vitigni cosiddetti internazionali. L’azienda, passata alla storia per aver imbottigliato per la prima volta la Falanghina è attualmente gestita da Paola e Anna Chiara Mustilli.
Il calice di Aglianico Sannio Doc proviene dallo storico cru dell’azienda dai terreni di matrice arenaria. Dopo una fermentazione in inox a temperatura controllata, seguita dalla malolattica, affina in acciaio e, in piccola parte, in tonneaux di rovere francese, per circa 6 mesi.
Rubino. Un calice di grande finezza e eleganza che lo differenzia dagli altri e lo differenzia dall’Aglianico del Taburno che insiste sul versante opposto. I vini di questa zona sono molto fini ed eleganti e giocano meno di potenza. Tipico e integrato nel rapporto acidità sapidità. L’utilizzo dell’acciaio contribuisce a conservare la freschezza e il doppio affinamento gli regala uno slancio ulteriore. Tannino gustoso e buona chiusura sul finale.
Irpinia Campi Taurasini Santo Stefano 2013 Tenuta Cavalier Pepe
Torniamo in Irpinia e come zona siamo sopra la città di Taurasi su colline interamente vitate ad Aglianico. Un’azienda nata da rimesse costruite dal padre della proprietaria emigrato durante la gioventù a Bruxelles dove ha trovato fortuna così da poter acquistare varie terre destinate, successivamente, alla creazione dell’azienda. Oggi, è la figlia Milena, irpino-belga, dopo gli studi a Bordeaux, a gestire mirabilmente in toto l’azienda.
Un calice con uno stile diverso da quelli sin ora assaggiati, dai tannini più marcati e piccanti. Il naso è incardinato su tracce di frutta scura, mora, ribes nero. Carruba. Più scuro e mascolino anche nei tratti spezzati di pepe nero in grani, tabacco nero, chiodi di garofano. Al gusto colpisce l’infinita freschezza che tiene il calice in continua riecerca dell’equilibrio. Godibile soprattutto in abbinamento.
Irpinia Campi Taurasini Doc 2013 Villa Raiano
Villa Raiano nasce nel 2009 all’interno di vecchi opifici dell’azienda Olearia di famiglia, nel borgo di Raiano, frazione del comune di Serino. Sulla sommità di una collina, incastonata in un paesaggio rigoglioso di boschi di castagno e vigneti, domina tutta la Valle del fiume Sabato nel Comune di San Michele di Serino. Ben 22 gli ettari di vigneto di proprietà situati a 550 mt s.l.m. allevati a guyot nel comune di Castelfranci nel pieno rispetto delle metodologie biologiche certificate. I suoli sono argilloso calcarei su base di marne gialle con buona presenza di sostanza organica.
L’ Irpinia Campi Taurasini vinifica in acciaio con follature e rimontaggi quotidiani e macerazione delle bucce di 10 giorni. Affina in vasche di cemento, ceramica e terracotta.
Rubino luminoso. Profonda tessitura odorosa: sfilano in parata china, terriccio, viola, erbe aromatiche, pepe nero. Pieno e godurioso dalla estrazione tannica possente ma integrata, sapidità sciolta nella massa glicerica. Ha un grande passo e una grande bevibilità.
Annata 2011
Il millesimo 2011 ha visto un inverno abbastanza freddo ma senza nevicate. La prima ondata di caldo si è avuta ad inizio aprile. Maggio regolare ma con l’arrivo di giugno si è susseguito un clima caldo e piovoso condito da temporali estivi. Prima ondata di caldo estivo dalla terza settimana di giugno con un crescendo fino a luglio. Prima metà di Agosto asciutta e solare con presenza stabile dell’Anticiclone delle Azzorre. Nella econda metà di Agosto c’è stato l’ insediamento dell’anticiclone africano che ha portato caldo torrido, scirocco bruciante e limitando le escursioni termiche fino a metà settembre. Ottobre bel tempo, notti più fresche. Vendemmia anticipata con la raccolta dell’Aglianico da fine settembre a fine ottobre.
Aglianico di Baal 2011 Casa di Baal Azienda Agricola
Rubino. Al naso sentori di frutta rossa evoluta, rosa canina e liquirizia raccontano di un calice quasi stanco. Al gusto ha una discreta acidità accompagnato da un sottile freschezza. Pecca sull’equilibrio. Tannini leggermente polverosi tratto amaricante in chiusura.
Aglianico del Vulture Basilicata docg 2011 Tenuta I Gelsi
Rubino luminoso. La nota d’apertura è balsamica e speziata. Carruba e pepe nero. Tabacco essiccato. A seguire tracce di arancia sanguinella. Segue una evidenza ferroso-ematica. In bocca è fresco e sapido. Buon corpo ma dai tannini ancora poco levigati. La chiusura è sulla scia di un amaricante leggermente più incisivo del calice precedente.
Aglianico del Vulture docg Serra del Prete 2011 Musto Carmelitano
Rubino intenso. L’evoluzione olfattiva racconta di una concentrazione di frutta rossa. Ciliegie, amarene, piccoli frutti rossi. A seguire humus, prugne secche, ferro, corbezzoli. Vino e territorio si articolano anche al palato in un sorso pronto dal particolare equilibrio-acido tannico. Buona la chiusura di bocca in persistenza e buona godibilità.
Aglianico Sannio Doc Mustilli
Rubino limpido, regala profumi di macchia mediterranea, caffè, mirto, liquirizia, legno di sandalo. Di buon equilibrio l’assaggio, fresco, sapido, dal tannino calibrato. Ottima la coerenza gustolfattiva con piacevolezza e gustosità in chiusura che chiama al riassaggio.
Taurasi Opera mia docg 2011 Tenuta Cavalier Pepe
Un Taurasi che nasce dove la famiglia proprietaria ha le proprie origini, da un Aglianico proveniente dal vigneto a 550 mt s.l.m. della zona del versante Sud della collina della Carazita e di Pesano siti nel comune di Luogosano.
Il Taurasi Opera mia fermenta a temperatura controllata con un lungo periodo di macerazione sulle bucce e maturazione ed affinamento di almeno tre anni tra barriques di rovere francese e vetro.
Rubino intenso. Il profilo aromatico è tratteggiato su refoli di frutta rossa ben matura e piccoli fiori di campo. Picchi di cenere, sottobosco, funghi, goudron. Spezie dolci e scure in seconda battuta. Noce moscata, chiodi di garofano e pepe nero. Avvolgenti i profumi ferrosi, terrosi, balsamici e minerali che contribuiscono ad elevare la composizione olfattiva. Il sorso è caldo e avvolgente calibrato su una interessante freschezza e sapidità. Trama tannica di ottimo spessore. Succulento e persistente sul finale.
Taurasi 2011 Villa Raiano
Il Taurasi di Villa Raiano matura per due anni in botti di rovere e si completa per un ulteriore riposo in bottiglia di 12 mesi.
Un calice in splendida forma, tipico all’olfatto quanto al gusto. Il bouquet si tratteggia in un intarsio di refoli fruttati uniti alla spezie. Radice, rabarbaro e carruba. Tabacco. Al palato è grintoso e succulento con una spalla acida interessante. Buona performance.
Nei titoli di cosa l’evento romano ha dimostrato ancora una volta una grande verità: l’Aglianico da un lato non vanta un “uno per tutti, tutti per uno” da parte dei produttori, ma dall’altro, porta con se la forza di saper incuriosire sempre e comunque, chi si approccia al suo cospetto. Un vitigno poliedrico, camaleontico con il potere di saper affascinare.
E’ stato emozionante vedere come per la prima volta le regioni (anche se non tutte) dell’Aglianico si siano ritrovate in un appuntamento nuovo per la platea e per i produttori stessi uscendone tutti a fine giornata, enormemente arricchiti. L’Aglianico, oggi, è anche questo. Tanti territori da continuare a scoprire seppur già calcati, tante storie ancora da raccontare seppur già conosciute. D’altronde il vino è cultura e passione e l’Aglianico è la passione per la cultura della nostra terra.
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