1-Aglianico del Vulture Stupor Mundi 2014 doc
Carbone
L’azienda dei fratelli Sara e Luca Carbone ha fatto la scelta della decrescita felice eliminando il base per concentrarsi sui i due vini più importanti che diventeranno cru. Un lavoro di specializzazione che è l’unica strada possibile per le piccole aziende. Il risultato si è visto, tra l’altro in linea con una impostazione tradizionale, l’enologo è Sergio Paternoster, che gioca sul filo del giusto rapporto tra legno grande e frutta, salvaguardando la freschezza al palato. Un rosso da bere sui piatti importanti della tradizione contadina, centrato tra l’altro in una annata non particolarmente felice.
www.carbonevini.it
2-Aglianico del Vulture Fontanelle 2013 doc
Basilisco
Viviana Malafarina è la Giovanna d’Arco dell’Aglianico del Vulture, una pasionaria genovese trapiantata in questa terra silente e onirica ormai da sette anni, capace di dare volto e anima all’azienda dei Feudi a Barile. Meraviglioso il progetto della zonazione, l’ambizione di proporsi con dei cru dei diversi territori. Non le manca certo la possibilità di scelta, noi puntiamo su questo perché ci è sembrato un rosso più fresco, immediato, non cerebrale, di bella e schietta nota fruttata impreziosita al palato dalla freschezza e dalla sapidità. Da aspettare nel tempo.
www.basiliscovini.it
3-Aglianico del Vulture Bel Poggio 2012 doc
Armando Martino
Questa azienda è sempre stato un riferimento per il territorio definendo bene quello che nell’imaginario collettivo il rosso vulturino. L’etichetta Bel Poggio segna il cambio passo, ormai avviato da alcun anni, verso la gestione diretta delle uve, una passaggio di testimone anche generazionale con Carolin al comando al posto del padre Armando. Questo aglianico si distingue sempre per le bella espressione del frutto, particolarmente riuscita in questa annata, una buona tenuta al palato grazie alla freschezza e ai toni salini. Una vino da abbinamento alle carni, bando alle ciance.
www.martinovini.com
4-Aglianico del Vulture Syntesi 2015 doc
Paternoster
Non vogliamo fare gli snob mostrando di preferire il base ai vini più gettonati di questa azienda adesso controllata da Tommasi ma che vede sempre Vito Paternoster presente e il nipote Fabio Mecca in cantina. Per due motivi: il primo è che l’Aglianico di Paternoster è sempre stata una grande bottiglia di vino. Secondo perché la 2015 ci pare davvero molto ben riuscita, una beva fresca, immediata, semplice e al tempo stesso autentica, non banale, capace di ricordarci le atmosfere incantate attorno al vulcano silente. Un affare per chi compra, da conservare a lungo. Come si dice a Napoli: sparagne e cumparisci (spendi poco e fai bella figura).
www.paternostervini.it
5-Aglianico del Vulture Pian Del Moro 2013 doc
Musto Carmelitano
Sono sempre buone le bottiglie di questa piccola azienda di Maschito, paese di origine albanese come Barile e Ginestra. L’incontro con l’enologo irpino Fortunato Sebastiano è stato frutto di una congiunzione astrale perché ha dato la giusta impronta alla cantina. Vini rispettosi del’ambiente e delle antiche consuetudini, che escono sempre troppo presto. Bella questa versione del Piano Del Moro, un rosso importante, da spendere meglio tra qualche anno in occasioni importanti, un bicchiere di vino che ti costringe a starci sempre con la testa. Conservate e bevete, bevete e conservate.
www.mustocarmelitano.it
6-Aglianico del Vulture Il Repertorio 2015 doc
Cantine del Notaio
Sin dalla prima annata di questa cantina che ha avuto il merito di far cambiare passo all’Aglianico del Vulture, abbiamo sempre preferito questa etichetta in cui, a nostro gusto, l’aglianico si esprime in modo schietto, senza inutili esuberanze, grazie al rapporto centrato tra legno e frutto. Un vino che, lo abbiamo verificato in una bellissima verticale a Radici Wines, nel tempo migliora ed evolve secondo i canoni tipici di questo vitigno. Tabacco, cuoio, note agrumate, tocco balsamico e grande verve al palato grazie alla acidità praticamente inesauribile.
www.cantinedelnotaio.it
7-Aglianico del Vulture Titolo 2015 doc
Elena Fucci
Papà Salvatore insegna e sta in vigna, la vigna che ha deciso di imbottigliare quando Elena era ancora studente. Ora lei, enologa, con l’aiuto del marito Andrea Manzani, porta avanti la cantina completata secondo i principi della bioarchitettura. Titolo ha avuto il merito storico di insegnarci che l’Aglianico non deve essere sempre sofferto e celebrale, ma anche capace di esprimersi in modo bevibile, elegante, fine, veloce e fresco al palato. Una delle prime etichette a mettersi in cura dimagrante uscendo dalle bare di legno. Grande 2015, facile prevedere un percorso lunghissimo.
www.elenafuccivini.com
8-Aglianico del Vulture Serpara 2012 doc
Terre degli Svevi
Questo vino dell’azienda della Giv (Gruppo Italiano Vini) ha subito saputo posizionarsi come classico pur cambiando enologo. Felice il protocollo che abbina le uve provenienti da Maschito ad una gestione del legno ben dosata. L’Aglianico mantiene quindi i suoi caratteri irrequieti al palato, sapido, fresco con finale amaro, pur avendo un naso elegante, signorile, con tocchi di note balsamiche e liquirizia. Doppio passo tra naso e bocca, dunque, che però con il passare del tempo si allinea in modo magnifico come abbiamo più volte avuto modo di verificare.
www.gruppoitalianovini.com
9-Aglianico del Vulture Damaschito 2013 doc
Grifalco
Restiamo nell’area di Venosa, quella più calda e produttiva dell’areale. Qui si è insediata proveniente dalla toscana la famiglia Piccin producendo sempre vini di ottimo rapporto tra qualità e prezzo. Un esepio è proprio questa etichetta che scegliamo tra le diverse proposte perché esprime un bel frutto pieno e maturo corroborato dalla buona acidità che lo rinfresca di continuo al palato. Un ottime esempio di vino quotidiano, di Aglianico da spendere sulla tavola ricca e opulenta della domenica contadina.
www.grifalco.com
10-Aglianico del Vulture S’adatt 2013 doc
Michele Laluce
Da sempre a Michele piace stare in vigna e da lì difficilmente si muove se non per seguire le sue bottiglie in giro per le fiere all’estero. Una vino di carattere e pieno. Noi scegliamo la versione passata solamente in acciaio perché ci sembra la più immediata, certamente un grande affare per chi compra perchè centra un vino sincero, poco complicato, ma sicuramente molto efficace sul cibo. Un rosso che, diciamo, si beve volentieri anche a distanza di tempo, utile a levigare i tannini e a domare l’acidità irrefrenabile.
www.vinilaluce.com
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