L’Aglianico del Vulture di Donato ed Emanuela Mastrodomenico da Perbacco

Pubblicato in: Eventi da raccontare
Mastrodomenico, i vigneti

di Andrea De Palma

Presentate da Slow Food a Bari presso il ristorante Perbacco di Beppe Schino.

Cosa accomuna Beppe Schino e Donato Mastrodomenico: due artigiani veri, uno per la cucina e l’altro per il vino…

Una serata intrisa di amore per il territorio e le tradizioni, organizzata da Leonardo Manganelli fiduciario Slow Food di Bari, che ha messo in risalto le artigianalità di una terra splendida come la Basilicata, e dove ho potuto conoscere una sincera azienda vinicola di Donato Mastrodomenico e di sua figlia Emanuela.

 

Otto ettari alle pendici del Vulture, dove la terra ribolle e cede alle vigne il calore che da vita e corpo all’Aglianico. Un vitigno che amo particolarmente, dai profumi intensi e dal gusto pieno e deciso. Un vino e una regione forse troppo poco in evidenza, ma che meritano maggiore attenzione.

Se c’è il vino buono non può mancare il cibo buono, e a Bari, l’unico che se sa interpretare gli umori di una terra è Beppe Schino, del ristorante Perbacco, trasformando i suoi prodotti in cantastorie di vita vissuta.

La cantina Mastrodomenico impianta i primi vigneti nel 1992 e nel 2005 inizia l’imbottigliamento, una passione che papà Donato passa alla figlia Manuela che abbandona la carriera di avvocato e sposa in pieno la passione del padre.

Gli ingredienti ci sono tutto, ottima terra, bella altitudine (350 s.l.m.), enologo preparato e un mercato sempre più predisposto a questo tipo di vini artigianali, veri, figli dell’annata e addirittura diversi in ogni bottiglia; nessuna filtrazione, coltivazione biologica, lavorazione manuale e tanta pazienza.

Poche bottiglie e grande attenzione, a ogni passaggio come anche un’attenta comunicazione, elemento e sale di ogni commercio che mancava.

Ristorante gremito di appassionati e attenti cultori della buona tavola, sono subito deliziati da un Peperone crusco con baccalà mantecato e patata al rosmarino, che dà anche il via al primo vino di famiglia il MOS 2011, un aglianico erroneamente definito base, ma per molte aziende è il vino per fare cassa, infatti è piacevolissimo, quasi studiato apposta per finirlo tutto a tavola, con profumi freschi e sinceri di liquirizia, la tipica prugna e spezie, il tutto ammantato da note floreali; al palato stupisce ancora, con tannini mentolati e vivaci, sufficiente succulenza e finale fruttato: un vino ottenuto con fermentazione spontanea e macerazione in acciaio e maturazione in barrique di 3° passaggio, insomma il classico vino da tavola: dai 11,00 ai 12,00 euro enoteca.

A tavola arrivano gli Strascinati integrali baresi, con fonduta di pecorino di Moliterno, salsiccia pezzente, funghi cardoncelli e tartufo, un piatto che fonde le due culture grazie all’attenta ricerca dei prodotti da parte di Beppe Schino, strappando un applauso spontaneo dopo la prima forchettata.

 

A questo punto è il momento del LIKOS 2008 Aglianico di maggiore struttura, 15/20 giorni di macerazione e fermentazione in acciaio, 6/7 mesi di barrique e altrettanti in botte grande, sempre non filtrato. L’impatto olfattivo è sorprendente; note d’incenso e di pasta di olive lasciano spazio a china e liquirizia, con sentori finali di resina e mirto, immancabile il caffè; al palato sfoggia dei tannini veri e uniformi, non addomesticati, un vino verace che si fa ricordare per l’amarena dolce diffusa, tanta acidità e finale mentolato: dai 18,00 ai 20,00 euro in enoteca.

Con lo Stracotto di podolica e fagioli di Sarconi, si prosegue con il Likos ma annata 2007, e qui, i miei occhi si spalancano, segno evidente di essere difronte a un grande vino, dai tratti artigianali evidenti, e stoffa da vendere.

Colore rosso porpora impenetrabile, naso dai toni scuri, che partono dal sottobosco e cuoio, per vertere su note di erbe mediterranee e balsami, immancabile la liquirizia, la china e l’incenso, quasi un marchio di fabbrica: che emozione piacevole quando si bevono dei vini sinceri; il sorso è voluminoso e ricco di frutto, ampio e sempre con i suoi tannini aristocratici e amaricanti, tipici del vitigno, ma setosi; le sensazioni non finiscono mai, come la succulenza accompagnata dal frutto e finale interminabile. Un vino che avrà ancora molto da dire.

Ma che belle persone papà Donato ed Emanuela, quasi si vergognavano del positivo giudizio espresso da un pubblico, tutto pagante…

In conclusione un tortino di castagne abbinato ad una vendemmia tardiva di Aglianico, il Shekar 2012 che accompagna egregiamente il commiato della serata, con profumi di rosa appassita e tanto frutto.

Gran parte dei prodotti sono dei Presidi di Slow Food: la salsiccia Pezzente è chiamata così, perché nasce dalle parti meno nobili del maiale, tagliata a grana grossa e condita con aglio, finocchietto selvatico e peperone dolce. Usualmente preparata dai contadini che non potevano permettersi i tagli migliori del maiale.

 

Az. Vigne Mastrodomenico
Viale Europa 5
Cantine via nazionale per Rapolla n 87.
Tel 0972.770108
info@vignemastrodomenico.com
www.vignemastrodomenico.com


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