di Enrico Malgi
Dal 21 al 23 novembre è stato organizzato il Primo Salone Internazionale della Dieta Mediterranea, ospitato nei padiglioni della Fiera di Vallo della Lucania, che rappresenta il centro ed il fulcro territoriale di tutto il Cilento. Approfonditi studi condotti fin dagli anni ’60 dal famoso scienziato americano Ancel Benjamin Keys e della sua equipe, che vissero per alcuni anni nel piccolo borgo marinaro di Pioppi, sulla buona abitudine di seguire una sana alimentazione da parte della popolazione cilentana, che si materializzava con una bassa incidenza di patologie cardiovascolari, portarono alla nascita di un nuovo stile di vita, la Dieta Mediterranea appunto. Ancora oggi essa resiste, nonostante le mutate condizioni socio-culturali, tanto è vero che dal 2010 è stata inclusa dall’Unesco nei beni immateriali dell’umanità, riconoscendone la paternità ad Italia, Marocco, Grecia e Spagna.
Il format della manifestazione, spalmato su tre intense giornate, ideato da Cilento Incoming ed organizzato in sinergia con l’Ept di Salerno, la regione Campania, Unioncamere Campania, il comune di Vallo della Lucania e l’associazione “Ancel Keys”, è stato ampio e variegato ed ha previsto interessanti ed articolati momenti, fitti di convegni, dibattiti, interviste televisive, incontri tecnico-scientifici, workshop, show-cooking, esposizioni merceologiche negli stands e degustazioni di prodotti agro-alimentari e vinicoli.
E proprio il vino cilentano è stato oggetto di presentazione e di assaggio di alcune bottiglie di Aglianico di importanti aziende vinicole locali, alla presenza di un folto gruppo di esperti e di appassionati e di alcuni degli stessi produttori: Carmine Botti, Pasquale e Betty Mitrano e Paola De Conciilis col marito Giovanni Canu. La degustazione è stata organizzata da Slow Wine col la collaborazione con Ais Cilento. E’ stato scelto l’aglianico, perché si tratta di una specie varietale storica del Cilento, in quanto fu introdotta in questo territorio già nel VI secolo a.C. da parte di stirpi elleniche: i Sibariti, che fondarono Poseidonia, ed i Focei, che eressero Elea.
Si è cominciato con Le Ghiandaie Aglianico Cilento Doc 2012 di Alfonso Rotolo.
Il colore è rubino carico, con effetti purpurei ai bordi. Al naso piccoli frutti del sottobosco, come il ribes, il mirtillo ed il lampone, fiori appassiti e spezie. In bocca il sorso è caratteristicamente e giovanilmente tannico, caldo per l’elevata alcolicità, pieno, opulento, vibrante, sapido e fresco. Ottima chiusura con persistente retrogusto.
A seguire l’Impervio Cilento Aglianico Doc 2012 di Carmine Botti.
Colore rubino scuro ed impenetrabile. Al naso frutta rossa boisé e di prugna; poi sentori di viola, umori speziati di noce moscata, chiodi di garofano e pepe nero; ed essenze terziarie tostate e vanigliate. L’impatto del sorso sulla lingua è naturalmente allappante per la giovinezza del vino, ma anche fresco per l’ottima acidità e morbido per l’elevato tasso glicerico. Rimembranze fruttate e floreali accompagnano poi dolcemente il passaggio del sorso in trachea.
Il terzo vino in esame è stato il Kleos Aglianico Igt Paestum 2012 di Luigi Maffini.
Colore rubineggiante, con lampi luminosi. Al naso percezioni che ricordano la viola appassita, il ribes, la marasca, la prugna e la macchia mediterranea. E poi venature saline, minerali, speziate e tostate, che incrociano un coté balsamico. Bocca piena di un rosso viscerale e sanguigno, che propone un tannino ancora graffiante. Palato comunque nitido, polposo, fresco e dinamico. Retrogusto molto godibile.
Quarto vino è stato il Donnaluna Aglianico Cilento Doc 2012 di De Conciliis.
Bicchiere che si tinge di un vivido colore rubino, con riflessi violacei. Profilo olfattivo imperioso e coinvolgente, che ammalia con un’avvincente naturalezza, pregna di profumati spunti di visciola, di boisé, di fiori rossi, di spezie orientali e di raffinate essenze salino-salmastre. In bocca il sorso esibisce tannini di rara grazia, un input terroso e carnoso, un incedere elegante, equilibrato ed armonioso. Il finale è saporito e polposo, quasi masticabile.
Quinto ed ultimo vino in esame è stato il Cupersito Aglianico Cilento Doc 2011 di Casebianche.
Colore rubino-granato, con splendenti luccichii sull’unghia. Note odorosa fruttata, floreale e vegetale tipicamente territoriale e varietale. Seguita poi da un nitido appeal di liquirizia, di tostatura, di tabacco, di menta e di ginepro. In bocca il sorso esibisce subito tannini raffinati e già quasi ammorbiditi. Vino profondo, sapido, materico, austero e connotato da un finale lungo e ritmato.
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