Uva: aglianico
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro franco cantina
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
VISTA 5/5 – NASO 23/30 – PALATO 24/30 – NON OMOLOGAZIONE 35/35
I Lonardo’s, ovvero “la banda degli scordati” come amano definirsi, Sandro Lonardo e Giancarlo Moschetti, a sottolineare la loro distanza dagli aspetti formali del mondo del vino e la loro passione per l’essenza e per l’assenza di fronzoli. Ho bevuto spesso i vini di Contrade Taurasi, durante le anteprime, o blasonate degustazioni, tuttavia, mai, mi era capitato di trovarlo in una cantina – osteria. Nel caso specifico si tratta dell’Osteria La Mattonella, una delle tappe del mio girovagare alla ricerca del tradizionale low cost della napoli storica.
Ci sono tornata a cena una seconda volta e, tralasciando il vino della casa, adocchio in lontananza un’etichetta bianca, faccia conosciuta, mi avvicino: sì è proprio lui, aglianico Irpinia Doc 2008 Contrade di Taurasi. Provo l’abbinamento con la cucina verace di Donna Antonietta Imperatrice. L’ultima annata assaggiata era la 2006. Il bicchiere è quello da cantina, ma se il vino c’è, esce fuori comunque.
Il colore è un bel rosso rubino carico, tendente al granato, fitto ( il vino non viene filtrato). Il primo appuntamento con il naso è ancora timido, forse anche a causa del bicchiere, sento il vino un po’ chiuso, bastano 10 minuti e il panorama olfattivo si apre in note complesse e intense di prugna, marasca, bacche nere e tante spezie, su tutte, il pepe nero. Porto il vino alla bocca: il primo sorso è sferzante, acidità e tannini se la giocano, questi ultimi non sono ancora perfettamente risolti , hanno bisogno dei lunghi tempi di bottiglia Lonardo’s style, ma, l’equilibrio è già abbastanza buono (13,5 gradi alcool). La beva, con una intrigante spinta minerale, è molto invitante, il secondo assaggio è fresco, leggermente più levigato, avvolgente e di indubbia persistenza. Si conferma lo stile di vinificazione a basse rese, e vendemmia novembrina come d’abitudine per l’aglianico di Taurasi, la freschezza lascia presagire un lungo e vigoroso cammino. E’ bene specificare che per i Lonardo’s questa è una vera doc di ricaduta, nel senso che nelle annate nelle quali non ritengono il vino adatto a diventare Taurasi docg, lo declassano a doc e prima del 2005 ad igt Campania. Le vigne sono di media età , tra i 10 e i 20 anni, impiantate su terreni vulcanico – argillosi a circa 350 – 400 mt slm. Il vino fermenta, con lunghe macerazioni per il 70% in acciaio e 30% in legno grande. A seguire circa 12 mesi di riposo in bottiglia, il vino è uscito sul mercato a novembre 2010, è qundi ancora un lattante. L’ho abbinato a tutto pasto con i piatti della tradizione delle osterie del cuore della Napoli antica: pasta e ceci con olio piccante, baccalà alla carrettiera e friarielli. L’accostamento è riuscito perfettamente a dimostrazione della duttilità del’laglianico, capace di abbinarsi tanto alla classica, robusta, cucina napoletana, quanto a quella più leggera irpina della “nuova”, terragna e felice “supercheffa”, Antonella Iandolo a San Michele Serino. La verità? Poiché abbiamo aperto due bottiglie e la seconda non è finita, l’ho provato a solo, da sola, il giorno dopo, verso le 12,00 e ho capito che questo vino non ha bisogno di accompagnamento: ti aiuta a riconciliarti con il mondo, gli orizzontinsi ampliano…
Scheda di Giulia Cannada Bartoli
Sede a Taurasi (Av), Via Municipio 39 Tel. 081.5442457, tel. e Fax 0827.74483 lonardos@libero.it, www.contradeditaurasi.it –Enologo: Maurizio De Simone. Bottiglie prodotte: 20.000 Ettari: 5 di proprietà. Vitigni: aglianico, greco musc’
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