Uva: aglianico
Fascia di prezzo: da 1 a 5 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Alcune bottiglie possono sembrare ostiche, come questa che a quasi tre anni dalla vendemmia non ha affatto perso il nerbo acido che la caratterizza, vestita da un manto tannico abbastanza tosto e comunque arricchito da un supporto alcolico non indifferente. Invece la ragion d’essere di alcuni rossi, e capisci il motivo della sopravvivenza dell’Aglianico nonostante l’invasione di vitigni nazionali e internazionali ormai respinta a che in questa zona di frontiera, è tutta nel cibo. Già, uno dei presupposti per godersi il vino è sempre chiuderlo con i piatti del territorio ed è così che il rosso di Toni e Romeo De Cicco, i due briganti di Casalduni, in qualsiasi degustazione coperta avrebbe avuto poco spazio per farsi notare, davanti ad un ammugliatiello, ad una tasca di agnello farcita e ad una zuppa di fagioli e soffritto, ha lavorato come nessun altro vino, anche Aglianico, avrebbe potuto fare. Immediatamente la beva si è riequilibrata ed è diventata piacevole. Ecco perché tutti i vini, come le persone, possono servire a qualcosa: se avete in programma una tavolata tradizionale, in cui magari entrano anche dei crostini con la ‘nduja, ecco un bicchiere che può supportare bene la bisogna. Il frutto di questa difficile vendemmia, qui le vigne sono a 400 metri e godono il sole del Sud ma anche i venti del massiccio del Matese, è sicuramente un po’ magro rispetto ad altre zone del Sannio, ma ugualmente presente con sentori di prugna, more e mortilli. L’aspetto preponderate è l’impatto robusto e maschio, senza mediazioni. La lavorazione è tradizionale: gran parte della massa è in acciaio, un 20 per cento in legno di secondo passaggio, poi avviene l’assembalmento. Molto giovane e pimpante, ha ancora molti pranzi da raccontare.
Sede a Casalduni, Contrada Tacceto, 6. Tel. e fax 0824.858388. www.terradibriganti.it info@terradibriganti.it Ettari: 4 di proprietà. Bottiglie prodotte: 30.000. Enologo: Roberto Mazzer. Vitigni: aglianico, falanghina, malvasia e trebbiano.
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