Nei giorni scorsi un intervento di Lucio Mastroberardino ha aperto il dibattito sulle vicende regionali nelle quali alcuni produttori hanno ideato nel 2009 un piano per occupare il vuoto lasciato dalla programmazione pubblica dopo lo scioglimento dell’Ersac del 2008.
La vicenda ha visto prima nascere il Campania Wine Group che doveva avere funzioni di consulenza e che noi abbiamo salutato come primo sforzo positivo per riunire i marchi storici campani. Poi la cosa si è trasformata con la istituzione di una Cabina di Regia con sede a Città della Scienza a Bagnoli gestita da una società che ha anche una partecipazione pubblica nella Città del Gusto.
Dal cappello del prestigiatore subito dopo questa delibera saltarono fuori 4 milioni e mezzo di euro per creare l’Enoteca Regionale. Di questi, 500mila servivano per la fase preparativa. Ora non si sa più nulla
Aspettiamo i rendiconti di spesa della faraonica presentazione fatta a Città della Scienza e degli atti successivi.
Infine con l’ultima finanziaria è stato creato l’Istituto per la Vite campana per il quale non c’è copertura di spese. A 48 ore dal voto del marzo 2010 furono fatte le nomine in giunta regionale.
Emerge con chiarezza un disegno teso a privatizzare la promozione come in nessuna altra regione d’Italia avviene.
Del resto la munnezza nelle strade c’è solo qui:-(
Noi riteniamo che la promozione territoriale fatta con soldi pubblici sia di esclusiva pertinenza dell’ente pubblico che può avvalersi, di volta in volta, anche di competenze private maturate nel territorio attraverso meccanismi di affidamento chiari e trasparenti che rispetti il libero mercato.
Le cantine private possono scegliersi qualsiasi interlocutore, ma lo devono fare con i propri soldi, non con quelli dei cittadini di una regione che ha quasi 500 milioni di buco nelle casse. Se pensino che la società X risponda ai loro bisogni, la paghino di tasca propria , non con i soldi nostri.
Questa formula ibrida è foriera di danni
Da un lato la gestione privata di fondi pubblica finalizza la loro spesa solo ai bisogni di quei privati che comandano
Dall’altro l’erogazione del danaro solo dal pubblico implica una serie di lentezze, l’adeguamento delle manifestazioni alle esigenze elettorali del politico, la camorrìa degli uffici stampa e degli studi grafici di fiducia oltre che di tutto il resto.
In poche parole è un enorme pasticcio. Per non dire di peggio
Adesso, da bravi ex cronisti di giudiziaria, facciamo parlare le carte. Ecco l’origine di tutto, in attesa dei verbali così come previsto dal capitolo 7 del regolamento della Cabina di Regia.