Maurizio Caffarelli, enologo laziale, se ne è andato improvvisamente lasciando tutti di stucco. Poco più che sessantenne, era molto legato alla campania non solo per alcune aziende che seguiva, ma anche perchè si era avvicinato alla professione studiando all’Istituto Tecnbico Agrario De Sanctis di Avellino da dove sono usciti quasi tutti gli enologi della sua generazione. Lo conoscevamo per averlo incontrato durante i nostri giri fra cantine e ci aveva colpito la sua aria discreta, il suo essere professionale.
Per ricordarlo non ci sono migliori parole di quelle scritte dal professore Luigi Moio, suo compagno di studi ma soprattutto grandissimo amico. Persone come lui mancano molto di più di quelle che durante la vita fanno troppo chiasso.
di Luigi Moio
I miei gioiosi e spensierati anni della scuola enologica sono volati via per sempre. Carissimo Maurizio, mio meraviglioso amico, te ne sei andato in silenzio, con la tua abituale discrezione e con la tua immensa umanità, lasciandomi in un dolore lacerante.
La nostra era un’amicizia rara, un’armonia immediata su tutto, sin dal primo giorno in cui, nel lontano 1974, arrivasti al collegio dell’Istituto Tecnico Agrario “F. De Sanctis” di Avellino. Da quegli anni della giovinezza, sempre insieme, nello sport, in cui tu eri un vero campione, e negli studi sulla vite e sul vino.
Sei stato il mio grande amico con il volto fiero e sempre scoperto, senza mai una maschera, con il tuo affetto autentico, il tuo entusiasmo generoso, la tua grande e disinteressata disponibilità, la tua appassionata condivisione, il tuo continuo sostegno, la tua serietà, il tuo rispetto.
Nel mio cuore, per sempre con te, gli infiniti bellissimi ricordi di un’intera vita!
Ciao Maurizio. E, grazie, grazie di tutto!
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