di Carmen Autuori
Quando si parla di promozione di un territorio ci si affida spesso a frasi del tipo “creare una rete”, “fare comunità”, concetti importantissimi per carità, ma se non supportati da un pensiero, ovvero da una visione d’insieme che va al di là del proprio orticello, diventano niente altro che slogan, più adatti ad una mediocre campagna elettorale che ad una vera azione di promozione. E questo è un fatto ancora più grave quando si ha la fortuna di vivere in un territorio ricco di storia, di bellezze artstiche e naturali, di materie prime d’eccellenza e di straordinaria biodiversità.
Lo sa bene Giovanni Sparano titolare di Alberto Ritrovo, la vineria – osteria nel cuore del magnifico centro antico di Eboli, ideatore e direttore artistico della Notte degli Osti, evento giunto alla sua quarta edizione, che un po’ visionario lo è stato sempre.
Appassionato di musica lirica, oltre che di enogastronomia, ha ideato nel 2008 il Barezzi Festival con l’intento di creare di promuovere e diffondere musica di qualità ispirandosi ad Antonio Barezzi grazie al quale Giuseppe Verdi poté studiare musica e diventare il grande maestro che tutti conosciamo. Con Barezzi Festival, Giovanni, ha voluto creare un felice connubio tra musica classica e contemporanea che continua ancora oggi. In diciotto anni il festival ha ospitato nei grandi teatri italiani personaggi del calibro di Franco Battiato che è stato il primo a sposare il progetto, Paolo Conte, Stefano Bollani, Dario Brunori, per citarne solo alcuni.
Parma è stata per molti anni la sua città d’adozione dove ha gestito il centralissimo Gran Caffè dei Marchesi. Poi nel 2019 il ritorno ad Eboli, una scelta coraggiosa, dettata dalla consapevolezza di volersi riappropriare del proprio tempo, ossia un tempo lento, fatto d’incontri, di passeggiate con gli amici di sempre, di silenzi che sono la musica di sottofondo dei centri storici. Così a piazza Porta Dogana, una volta cuore pulsante della Eboli antica, ha deciso di aprire Alberto Ritrovo.
<<Già nel nome e nella scelta del luogo è racchiusa la filosofia del mio locale. Mi spiego meglio, Alberto è il ritrovo di appassionati del mangiare e bere bene. In realtà nasce come vineria, il cibo, all’inizio solo taglieri, era solo di supporto al vino. C’è molta Emilia in questo mio concetto: sin dall’inizio ho sposato l’idea dei vini naturali, conviviali, che poi sono diventati il cuore della nostra attività. Naturalmente tutti i nostri taglieri erano – e sono – saldamente legati alla territorialità: i formaggi di Paolo Amato, i salumi di Tricarico oltre che di un’azienda ebolitana La Cambusa, il maialino nero di Calitri e poi tanto vegetale dalle eccellenze della Piana del Sele, ai prodotti di nicchia come lo zenzifero di Quaglietta o le erbe spontanee. Con mia moglie Laura, siciliana d’origine ma ebolitana d’adozione, reduci da un viaggio in Spagna ci siamo inventati i Doganelli che prendono il nome della piazza su cui affaccia l’osteria, una sorta di tapas ebolitana a base di pane a cassetta di un forno storico del centro antico, salsa guacamole, alici di Cetara e pomodorini, oppure ricotta di bufala e caponata siciliana. In seguito, Laura che si occupa della cucina è diventata sempre più brava, così abbiamo introdotto in carta oltre ai taglieri anche due primi e due secondi, ma la nostra proposta resta sempre molto easy. Da noi il concetto di convivialità resta al centro. L’incontro, un buon bicchiere di vino, il ri-trovarsi sono il baricentro della proposta di Alberto Ritrovo>>.
Nel secondo lockdown, complice la chiusura forzata, Giovanni decide di ristrutturare una cantina del Cinquecento adiacente al locale, devastata dalla ricostruzione post terremoto. Sbugiarda a mano un prezioso arco in pietra, copre la colata di cemento con delle pagine di giornali musicali che narrano il suo percorso artistico, un grande tavolo in legno, le sedie d’antan della mamma, una vastissima scelta di vini naturali ed un pianoforte dove spesso andrà ad esibirsi (solo per gli amici) Vinicio Capossela, completano quella che diventerà l’officina dove è stata forgiata La Notte degli Osti: nasce, così, la cantina Sor Diego al Pozzo.
<<La scelta del nome non è casuale, ho voluto omaggiare Diego Sorba dell’enoteca Tabarro a Parma che per me rappresenta tutto ciò che deve essere un oste, ovvero un ricercatore, un selezionatore e, alla mescita, un affascinante narratore che considera il vino una bevanda evangelica ed ecumenica di cui l’oste deve farsi custode. Nella sua cantina, a Parma, c’è un pozzo e la mia affaccia sul vicolo che si chiamava via del Pozzo: mi è sembrato un segno del destino, un ponte tra Eboli e Parma costruito dal vino naturale. All’inaugurazione la prima persona che pensai d’invitare fu Diego, si sparse la voce ed arrivarono insieme a lui altri otto osti da tutta Italia; gli elementi c’erano tutti per creare un evento dove protagonista fosse la persona e non il prodotto>>.
Nasce esattamente così la Notte degli Osti, appuntamento d’inizio estate, che ha visto protagonisti un gruppo di amici osti di diversa provenienza da quattro anni a questa ritrovarsi a Piazza Porta Dogana (2021 – 2022) e a Celso (2022), uno dei borghi più belli del Cilento.
<<L’edizione 2024 è tutta centrata sul tema del “Symposion”, inteso come bere insieme – spiega Giovanni Sparano -, l’evento è diventato, così, l’occasione per coinvolgere gli altri locali del centro storico che hanno scelto di viverlo e di valorizzarlo trecentosessantacinque giorni all’anno. A fare da palcoscenico saranno due piazze, una strada, tre giardini, un chiostro e una terrazza che si popoleranno di tavolate e commensali, mentre chi ospita sarà accompagnato da invitati speciali (osti, cuochi e vignaioli). Sarà una grande occasione di confronto e di arricchimento, ma anche una sfida perché in alcuni locali non è mai entrato il vino naturale. Su tutte le tavole sarà presente il pane di grani antichi de Il Forno di Vincenzo, forno sociale di comunità. In sostanza l’auspicio è che la tavola torni ad essere il luogo dove si pratica l’arte del convivio con al centro l’uomo/oste che ne è custode e sacerdote. Il fine ultimo di tutta l’iniziativa, inoltre, è quella di mettere in moto (e mostrare) meccanismi virtuosi quali la tutela del patrimonio culturale materiale e immateriale del nostro territorio e la salvaguardia del lavoro artigianale, il vero baluardo contro l’omologazione che diventa, così, un valido volano di crescita>>.
La Notte degli Osti, che gode del patrocinio del Comune di Eboli, andrà in scena il 26 giugno e vedrà la partecipazione oltre che di Alberto Ritrovo, dei seguenti ristoranti: Dogana, Il Papavero, ristorante 1 stella Michelin, Piazzetta Santa Sofia, Vico Rua – Pizza e Giardino, Il Panigaccio e Osteria Centro Storico che, per l’occasione hanno unito le due realtà ristorative creando una bellissima ed unica tavolata al centro di Corso Garibaldi, mentre il magnifico giardino di Palazzo Vacca De Dominicis, struttura risalente al XVI secolo oggetto di uno straordinario restauro conservativo, ospiterà Roberto de Filippis della vineria La Posta di Grottaminarda e Alessio Zappasodi di Rimessa Barrio a San Benedetto del Tronto, oltre che Giannis Koumanis e Diego Sorba che saranno i protagonisti del pranzo ellenico.
Ogni Osteria proporrà un menù, rigorosamente legato al territorio, composto da quattro portate ed altrettanti vini in abbinamento.
La sera del 25 giugno ci sarà l’anteprima dell’appuntamento che vedrà la partecipazione speciale di Raphael Gualazzi con Emma Morton and The Graces in concerto (ad ingresso gratuito) a piazza San Francesco, mentre presso l’omonimo chiostro si potranno degustare i vini dei vignaioli artigianali.
Le foto degli Osti sono di Antonio Alaimo
Info e contatti
albertoritrovo@gmail.com
Telefono: 3341817156
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