di Carmen Autuori
Le rose, un bosco, la grande devozione per la Santa Patrona, e poi la maestria di Gianmarco Carli del ristorante il Principe di Pompei insieme alla bravura di Benedetta Somma, pastry chef del ristorante Il Papavero di Eboli saranno i protagonisti de Le Notti di Santa Sofia che si terrà il 16-17-18 agosto nell’ Oasi di Bosco Camerine, ad Albanella, il paese che si adagia sulle argentee colline di uliveti che incorniciano il fiume Sele.
L’evento, che si avvale della collaborazione dell’associazione I Meridiani, è stato fortemente voluto da Renato Josca, sindaco visionario indissolubilmente legato ad Albanella e alla promozione delle sue eccellenze, dall’olio, ai grani antichi al vino e alle rose.
Tutto ha inizio con una leggenda che unisce culto e tradizione popolare, parliamo del roseto di Santa Sofia. Si narra che la Santa nel V secolo, per sfuggire dalle persecuzioni cristiane sotto l’imperatore Traiano, fu costretta a rifugiarsi con le sue tre figlie – Fede, Speranza e Carità – nel bosco di Camerine, aiutata da alcuni abitanti del luogo. Per riconoscenza al popolo albanellese fece sbocciare un roseto di rara bellezza accanto ad un pozzo che si trovava proprio nel bosco. Da questa leggenda nasce l’usanza delle donne, in occasione della festa di Santa Sofia che cade il 15 maggio, di lavarsi il viso con acqua e petali di rose, da tutte considerato un vero e proprio elisir di giovinezza.
“Oggi a seguito di approfonditi studi scientifici realizzati in collaborazione con l’Università degli Studi di Salerno, il mito delle rose di Santa Sofia darà vita ad un prodotto cosmetico che sfrutterà le proprietà dei petali – spiega Renato Josca -. Partendo dal mito, dunque, intendiamo dare vita ad una vera e propria filiera commerciale interamente radicata sul territorio di riferimento, diventando al tempo stesso un valido veicolo promozionale di un prodotto di eccellenza”.
Durante l’evento sarà il bosco ad ospitare maghi e narratori di favole, danze popolari e passeggiate naturalistiche. Si potranno gustare i piatti del ricco patrimonio gastronomico albanellese realizzati dai ristoratori locali: mozzarella nella mortella, pancotto con le erbe del bosco, pizza cilentana, acquasale alle erbe spontanee, ciambotta accompagnata da pane di grani autoctoni.
Ma non solo, quest’anno ad aprire la manifestazione, il 16 agosto, ci sarà la cucina di Gianmarco Carli, chef e patron del ristorante Il Principe a Pompei.
“Il bosco è un vero e proprio ‘supermercato’ naturale – dichiara lo chef -, non è necessario andare alla ricerca di ingredienti quando siamo circondati da erbe spontanee che per secoli hanno sfamato i nostri antenati. E poi c’è la ricotta di pecora e quella di capra che ci parlano di Cilento e delle nostre tradizioni più antiche. Prendendo spunto dai nostri ingredienti, realizzerò una pasta ripiena che rappresenterà la biodiversità di quest’oasi incontaminata”.
A chiudere la maratona che si snoda tra leggende e culti antichi sarà Benedetta Somma del ristorante Il Papavero. “L’uso dei fiori in cucina non è solo una moda dei nostri giorni – spiega la giovane pastry chef – , e penso al rosolio o alla marmellata di rose ed anche alle violette candite di ottocentesca memoria. Quale occasione migliore, dunque, per proporre un dolce a base di rose e cioccolato se non il bosco Camerine che è la casa di questo fiore caro a santi e poeti?”.
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