di Domenico Nicoletti*
“Abbiamo bisogno di nuovi paradigmi” di nuovi modelli di riferimento per una società che sappia tornare alla sua “Madre Terra”, questo il continuo e motivato colloquio magistrale di Carlo Petrini nella rassegna “ùviecchiu” del 22 e 23 luglio ad Acciaroli tra sogno e realtà.
“Chi semina utopie raccoglie realtà” ha detto Petrini in uno dei suoi splendidi e straordinari passaggi per una nuova economia che sappia valorizzare il patrimonio di comunità che come ha detto Petrini, la splendida terra cilentana esprime. Se la finanza, l’economia dei mercati e della spesa, genera i mostri che abbiamo sotto gli occhi ogni giorno, meglio ri-orientare il pensiero verso l’economia primaria la solo che ci sostiene ha affermato Petrini, “Tutti siamo viventi perché mangiamo” ma cosa mangiamo non lo sa nessuno o meglio lo sanno le multinazionali che orientano il mercato e speculano sul nostro bisogno primordiale. “Bisogna tornare all’agricoltura gratificando i giovani per fare un lavoro nobile” ha detto Petrini dando un segnale forte alle priorità del nostro agire soprattutto in un’area protetta come il Parco del Cilento che ha come sua missione prioritaria la condizione di ristabilire il giusto equilibrio tra uomo e natura.
“Quando mi chiedono com’ è stato possibile, senza grandi risorse, realizzare una rete come quella di Terra Madre, che oggi conta più di 6 mila comunità in 153 Paesi del mondo, io rispondo che le due colonne portanti sono l’ intelligenza affettiva e un’ austera anarchia.
L’ intelligenza affettiva altro non è se non l’ empatia, la forza di una fraternità che non dimentichiamo essere stato il terzo valore della rivoluzione francese. Ma è stato anche quello più dimenticato. Oggi siamo pieni d’ intelligenza razionale e manca l’ intelligenza affettiva. Per austera anarchia invece intendo la libertà da parte delle comunità di essere se stesse fino in fondo. Questo significa soprattutto difendere, portare in evidenza la sovranità alimentare e quella della conoscenza: ogni popolo, ogni comunità ha il diritto di scegliere cosa mangiare, cosa seminare e come comunicare. Ha diritto alla propria identità”.
Questo è uno dei principali paradigmi di cui Petrini fa memoria e con straordinario intuito, indica come futuro possibile, dando anche la traccia per operare.
“Bisogna costruire velocemente i granai della memoria, perché le sapienze e i saperi di queste persone possono ancora essere raccolte con i nuovi strumenti e messe a disposizione di tutti”.
“Pochi ma buoni”, come si suol dire, i Cilentani presenti che certamente faranno “tesoro” di un’occasione straordinaria che ancora Angelo Vassallo ci ha voluto regalare.
*ex direttore del Parco del Cilento
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