
di Adele Elisabetta Granieri
Il giusto connubio eno-gastronomico, l’armonia perfetta tra cibo e vino, tale da riuscire ad esaltare le qualità di entrambi, rappresenta il Sacro Graal di ogni amante della buona tavola.
Per quanto riguarda il fritto, la giusta regola è quella della contrapposizione: ci orientiamo su un vino fresco, acido, che pulisca il palato, in modo che in bocca avvenga una sorta di ri-equlibrio. Perfette le bollicine che, più di ogni altro vino, riescono a bilanciare la grassezza, l’untuosità, la sapidità e la tendenza dolce che caratterizzano i fritti. La spiccata acidità, ravvivata dall’effervescenza, sono caratteristiche che inducono la salivazione, detergendo così la bocca e disperdendo i grassi.
Quanto alla struttura, nella scelta del vino gioca un ruolo fondamentale cosa si frigge: deve essere tale da reggere l’impatto con il boccone, ma senza sovrastarne il gusto.

È buona norma, infine, scegliere un vino che abbia le stesse origini geografiche del piatto. Ciò non toglie che capiti di dover operare scelte diverse, quando si ritiene che le caratteristiche del cibo vengano maggiormente esaltate da un abbinamento fuori regione.
Di fatto, le soluzioni, da suggerire più che da imporre, possono essere più di una e tutte valide, spesso modulate in base a particolari circostanze, come il clima, l’atmosfera, le annate dei vini e, soprattutto, il gusto personale.
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