La vita su Facebook prosegue tra alti e bassi e capita cosi che Stefano Giancotti, amabile patròn dello stellato napoletano Veritas decida di mettere su Facebook un annuncio per il personale di sala. Cuochi, si sa, quanti ne volete, come i sociologi negli anni ’70. Ma gente impegnata nella sala è davvero difficile. Mi ha colpito leggere questa cosa su Facebook, ma i tempi cambiano ed è bene che sia così.
Ecco l’annuncio
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AAA cercasi
Veritas cerca personale di sala
Ecco cosa ci serve:
-diploma di scuola superiore
-bella presenza, bel portamento
– avere max 25 anni
– relativa conoscenza del mondo della ristorazione o attrazione per lo stesso
– lingua inglese
– avere una buona manualità
– capacità di interagire con pubblico di tutte le età
– disponibilità, gentilezza, voglia di lavorare
Ecco cosa offriamo:
– prova di un mese per poter verificare l’attitudine lavorativa
– contratto di tirocinio per un anno
– eventuale assunzione part-time dopo il tirocinio
Ecco come fare:
– inviare il CV, facendo riferimento a quest’annuncio, ESCLUSIVAMENTE via mail, all’indirizzo info@veritasrestaurant.it (i cv portati pro manibus non saranno presi in considerazione) e attendere una nostra risposta per un eventuale colloquio.
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Mi auguro che Stefano e il Veritas trovino quello che cercano, è un locale che amiamo anche se non riusciamo, come per tutto, a frequentarlo quanto vorremmo. Però manca una cosa tra i requisiti. Sapete quale? Questo:
DISPONIBILITA’ A CANCELLARE IL PROPRIO PROFILO FACEBOOK PER NON COINVOLGERE IL LOCALE IN ASTI PERSONALI O COLLETTIVI COME IL TIFO PER LA SQUADRA, SCONTRI POLITICI E POLEMICHE INUTILI.
Ecco, sarò, lo ripeto, all’antica, ma per me il modello di sala è rappresentato da gente come Borghesi e Giraudo o Tasinato, professionisti che ci sono grazie alla capacità di non imporsi, capaci di mantenere uno stile adeguato al luogo dove lavorano. Vabbè, magari cancellare il profilo personale è una esagerazione nell’epoca della social-idiozia in cui uno se vede i ladri in casa fa un post invece di chiamare la polizia, ma almeno impegnarsi ad avere un contegno, lasciare solo messaggi positivi.
Chiedo troppo?
Si, lo slogan della mia gioventù è stato: siamo realisti, chiediamo l’impossibile. In questo caso, si tratta di volere il possibile, uno che in sala è perfetto ma che non si trasforma in Mr Hyde quando apre il profilo facebook insultando i clienti per la fede sportiva, quella politica, il credo religioso o anche per lanciare anatemi.
No, così non funziona.
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