VIGNA DE FRANCO
Uva: gaglioppo
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
Il mio miglior rosso 2009:-)
Se per caso avete voglia di capire la mia idea di vino rosso in questo momento farete bene a prenotare una di queste diecimila bottiglie in uscita dalla nuova cantina di Cirò Marina fondata da Francesco, architetto pentito fresco laureato in Enologia, e dalla sua compagna, friulana, Laura Violino. Non è un mistero per nessuno la mia preferenza di gusto personale rosso, generica ma generalizzata, ovvio, per il Gaglioppo al Sud e per il Nebbiolo al Nord, poi seguiti dall’Aglianico e Primitivo, e non a caso i miei assaggi più belli di quest’anno sono riconducibili a vini prodotti con queste uve, ArPePe e la prima uscita di Vigna De Franco.
Cosa mi piace di questo Gaglioppo? Direi anzitutto la penetrabilità del colore, adoro avere la possibilità di traversare il vino fino al fondo del bicchiere, proprio come quando dalla barca si può vedere il fondo del mare. Non è un rubino stanco, ma scarico, non ha riflessi aranciati ma è vivo brillante, come deve essere appunto qualcosa messa in bottiglia appena un mese fa dopo dodici mesi di affinamento in acciaio. E’ questa l’espressione naturale visiva del gaglioppo, come del resto quella del nebbiolo, altre sono le uve incaricate dalla antica enologia contadina di dare colore.
Ma perché questa intensità moderata di colore mi piace tanto, ossia da matti? Semplice, annuncia in genere finezza ed eleganza, sensazioni decise ma non pronunciate e imposte, qualcosa da corteggiare e non da respingere. E infatti il naso è intenso e strepitoso, con richiami ciliegiosi freschi ricchi di succo, floreale di rosa, decisi riferimenti alla macchia mediterranea e poi con una macinata di pepe nero, un olfatto cangiante, impegnato a giocare a nascondino come i bimbi, capace di costringerti ad un eterno e infinito scopri e cerca sempre diverso. Il pregio del grande vino.
Avrete ribaltato il concetto di rosso del Sud, ché nonostante le note salmastre imposte dallo Jonio sibarita alle vigne sparse quasi a ridosso della risacca, non c’è potenza e scontrosità rupestre, tipica invece dell’Aglianico montanaro irpino e vulturino, né stracotto e ossidato. Chi ha età e memoria non potrà non ricoscere immediatamente la trasparenza del Gaglioppo alla quale eravamo stati abituati per molti decenni prima del periodo cupo e marmellatoso.
Il vino ha una impostazione dolce, ma non zuccherina, ossia è quella sensazione di piacevolezza seminata nel palato dalla frutta ben matura. Si avverte, come nota stonata, la zaffata alcolica iniziale, poi si dilegua, ma pensiamo di dover dare almeno altri quatro o cinque mesi di tempo al vino per riequilibrarlo in bottiglia. Quel di certo da sostenere è l’ottimo equilibrio tra le diverse componenti in bocca, tannini e alcol ben posizionati, ottima acidità capace di regalare una freschezza incomparabile e non scissa, ossia, anche qui, è proprio quella della frutta in cui cerchiamo la sete d’estate. Del resto la bevibilità è assicurata dalla giusta quantità di materia, come estratti siamo sotto i trenta, poco più di un Greco di Tufo per capirci, un terzo in meno di vini inutilmente salassati e altrettanto inutilmente premiati perché salassati.
Diremo anche di come questo rosso sia progetto di vita, ma si capisce dal cambio di laurea: gli otto ettari cirotani sono biologici (solo rame e zolfo e bacillus thuringensis), il sovescio come fertilizzante naturale del terreno, e in cantina si seguono principi ispirati alla naturalità, senza uso di lieviti selezionati o enzimi, bassa percentuale di solforosa, ovviamente niente chiarifiche, una macerazione di sei giorni a temperatura controllata sui 25 gradi, dunque senza eccessive esasperazioni. Per notizie della vendemmia 2008 cliccate qui sul blog di Francesco, noi sottolineamo il periodo della raccolta, fatta tra il 2 e il 16 di ottobre perché il gaglioppo, come tutte le grandi uve, ha vendemmia tardiva nonostante la latitudine. Le viti, da selezione massale, sono piantate negli anni ’70 a bassa collina, massimo cento metri, e regalano una produzione di circa 85 quintali a ettaro.
Non c’è la pretesa di fare il vino della vostra vita, ma sicuramente del vostro quotidiano vista la sua grande abbinabilità poliedrica al cibo.
Un vino concettuale ma semplice di approccio, non sofferto, lineare, immediato e di facile comprensione.
In conclusione, se nelle persone amate l’eleganza, l’educazione, se apprezzate i caratteri usi naturalmente alla forma condizionale e congiuntiva, non potrete non fare entrare il Gaglioppo di Laura e Francesco nel Pantheon dei vostri assaggi preferiti.
E’ talmente buono da potersi bene, insieme, palati di primo assaggio e quelli da diecimila risputate l’anno.
Questi vini, se presentati in magnum, sono collezione di vita.
Sede a Cirò Marina, Strada Statale Ionica 106,
tel. 096231044, 329.0732473
www.vignadefranco.blogspot.com.
Ettari: 8 di proprietà.
Enologo: Francesco De Franco.
Bottiglie prodotte: 10.000.
Vitigni: gaglioppo, magliocco, greco nero e greco bianco.
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