VIGNA DE FRANCO
Uva: gaglioppo
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
Si torna a parlare del principe dei vitigni di Calabria, il gaglioppo, e mi sembra cosa non da poco perché personalmente li ho visti a distanza molto ravvicinata già diversi anni fa e ricordo di esserne rimasta subito incantata per la magnificenza e l’estrema raffinatezza.
L’interesse verso questo vitigno, molto spinto in questo momento da giornalisti del settore e wine writers, sta avendo una notevole eco internazionale tanto che i produttori calabresi sono investiti di maggiore attenzione. Non tutit però: solo quelli che lavorano sul solco della tradizione e non cercano scorciatoie.
Come tante assurdità e controsensi tutti italiani, della serie “facciamoci del male da soli”, proprio in questo momento il disciplinare di produzione della doc Cirò ha incluso anche l’utilizzo di vitigni internazionali, mentre sino a pochi mesi fa, forse senza rendersi conto della felice scelta fatta in passato, la doc prevedeva solo l’utilizzo del gaglioppo.
Mi sono chiesta allora se i produttori dell’Enotria fossero pronti ad accogliere ed affrontare tale attenzione, a cavalcare la tigre che incrocia il loro cammino. Provandoli a ripetizione, mi sono quindi resa conto che troppo spessoimpera ancora uno stile di produzione anni ’90 vecchio e superato, ma sono anche convinta che sarà proprio il gaglioppo lavorato seriamente a rappresentare il punto di svolta.
Avere l’oro tra le mani senza accorgersene è un po’ il grande difetto di noi meridionali, sempre pronti a recriminare, ma poco capaci a fare squadra ed impresa, molto più facile piangersi addosso e lasciare che siano gli altri a rimboccarsi le maniche. E su quest’ultima affermazione potrei andare avanti a lungo, ma non voglio tediare. E sono proprio queste caratteristiche del gaglioppo che stanno riscontrando un certo successo, ma il giusto impegno di pochi non credo sarà sufficiente a cogliere l’attimo.
Francesco De Franco è un piccolo produttore che fa tutto da solo: l’onestà e la validità di un produttore sta nella piacevolezza del suo vino, nella capacità di quest’ultimo di esprimersi e di coinvolgere, non certo nel numero di bottiglie prodotto. Proprio questo blog è stato il primo a parlarne con convizione eleggendo il Cirò 2008 ‘A Vita come migliore rosso dell’anno nel 2009.
Ma veniamo al rosato, un vino nel quale si fa fatica a trovare stile originale e, soprattutto, un buon coinvolgimento emotivo. In genere ci si presta poca attenzione, si punta ad una paicevolezza immediata, non ci si ragiona sopra come meriterebbe questa tipologia che io trovo invece straordinaria.
Invece anche qui si conferma come attento interprete del gaglioppo Francesco De Franco con la sua prima uscita del Rosé A’ Vita 2010, appena 2.000 bottiglie. Già interessante nel colore rosa tenue, al naso esprime sentori di rosa, fragoline di bosco e lamponi, in bocca è sottile, di buona freschezza con piacevoli ritorni di fragole e lamponi. Francesco è estremamente timido, esile nel corpo e nella voce, ma non sbaglia un colpo in bottiglia.
Dopo aver provato questo rosato, ogni cosa pensavate prima cambierà e non riuscirete più a farne a meno.
Questa scheda è di Marina Alaimo
Sede a Cirò Marina, Strada Statale Ionica 106. Tel. 096231044, 329.0732473. www.avitavini.it Ettari: 8 di proprietà. Enologo: Francesco De Franco. Bottiglie prodotte: 15.000. Vitigni: gaglioppo, magliocco, greco nero e greco bianco.
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