di Mimmo Gagliardi
La vita va vissuta con Impeto. Va vissuta con Impeto perché è bella anche quando reca dispiacere. Va vissuta con Impeto per godere di tutto il bello che c’è. Questa è la massima che mi è venuta in mente quando ho avuto la fortuna di poter degustare le prime dieci annate di un singolare vino, in una splendida serata svoltasi a febbraio a Napoli al Veritas.
Quando mi è arrivato l’invito della famiglia Rapuano a partecipare alla festa dell’Impeto, ho cancellato qualsiasi altro impegno e organizzato la famiglia per poterci essere. Costeggiamo il massiccio del monte Taburno e quando giungiamo a Paupisi, nella sede dell’azienda Torre del Pagus, precediamo, di appena mezz’ora, un forte temporale. Ad accoglierci, oltre a un bel gruppo di amici e curiosi, troviamo Giusy Rapuano con il padre, Giovanni, Maurizio De Simone, Mauro, Orazio e Graziana.
E’ stato un vero piacere ritrovarli dopo un bel po’ di tempo. Nelle cassette l’uva, raccolta il giorno prima e di cui alcuni grappoli presentano principi di appassimento, è profumata, integra e pronta a essere sversata nell’antica diraspatrice per la prima rottura degli acini.
I grandi tini di castagno sono pronti ad accogliere l’uva, così come la diraspatrice manuale è pronta a essere azionata. Sono i bambini, intervenuti numerosi, a far girare il volàno. I primi chicchi, appena poco schiacciati, precipitano con i raspi sul fondo del tino e il profumo dei frutti comincia a prevalere sull’aria carica di ozono per il temporale in arrivo.
“Impeto” è un vino particolare. Di richiamo antico, nato alla fine degli anni ’90 da un’intuizione del compianto Luigi Rapuano, figlio di Giovanni e fratello di Giusy, che hanno portato avanti lo sviluppo di questo prodotto con l’aiuto di Maurizio De Simone senza modificare il procedimento originario di vinificazione. L’uva, diraspata, viene lasciata macerare con bucce e raspi nei tini di castagno per trenta giorni. Un 10% del liquido ottenuto con la diraspatura segue, invece, un altro procedimento di fermentazione.
Dopo la fermentazione con le bucce e i raspi, i contenitori sono svinati e il vino viene immesso in barriques di secondo passaggio per circa sedici mesi, dove svolge la fermentazione malolattica. Al termine della sosta in botte il vino viene assembralo con l’altro 10% di prodotto che ha seguito un’altra strada e affinano assieme per tre mesi in inox e poi in bottiglia. Impeto è un vino prodotto con agricoltura biologica e non viene filtrato e chiarificato artificialmente.
Appena il tempo di illustrare agli ospiti le varie fasi di vinificazione e di far partecipare ai bambini al rimontaggio del vino già in sosta sulle bucce da alcuni giorni, che arriva il temporale. Troviamo riparo nella bottaia, che per l’occasione è stata attrezzata per accoglierci e ristorarci con una bella degustazione di prodotti del territorio abbinati ai vini e all’olio dell’azienda. A turno Giovanni Rapuano e Maurizio De Simone ci hanno trasportato nel mondo di Torre del Pagus, che deve il suo nome all’antica denominazione del comune di Paupisi, ossia Pagus Pisus.
Abbiamo gustato, tra l’altro, delle ottime bietole, raccolte nelle campagne dell’azienda, con salsicce e pancetta arrostite, una zuppa contadina di fagioli condita con l’ottimo olio extravergine classico di Torre del Pagus, a prevalenza di oliva Ortolana, e, per finire, una buonissima crostata di uva fatta in casa da Giusy e la gelatina di vino preparata da Maurizio.
Durante il piacevole pomeriggio, ho avuto modo di fare una splendida panoramica quasi completa dei prodotti aziendali, saggiando la Falanghina del Sannio DOP annata 2011, la Falanghina del Taburno DOP annata 2011 e la Falanghina del Taburno DOP “Insomnia” annata 2009, per i bianchi, il Sannio DOP Rosato di Aglianico annata 2010, il Sannio DOP Barbera annata 2011, Aglianico del Taburno DOP annata 2008, Rosso Beneventano IGP “Impeto” annata 2008 e, infine, il Beneventano IGP Falanghina Passito “Lacrime di Luna” annata 2009.
Ai bambini, che si sono divertiti a seguire la vinificazione, abbiamo chiesto di disegnare le loro impressioni su ciò che hanno potuto apprendere e i risultati sono stati divertenti e, nello stesso tempo, confortanti, poiché quasi tutti hanno potuto cogliere lo spirito della giornata: convivialità, allegria, naturalità e tradizione.
Grazie ai Rapuano. Viva Impeto. Ciao Luigi.
Dai un'occhiata anche a:
- Il Viaggio lungo 60 anni del Consorzio Collio
- Pomodoro Cannellino Flegreo Tour 2024
- Chianina & Syrah: da Cortona al mondo due realtà 100% italiane
- Napoli, Folla ed entusiasmo a piazza Cavour per la pasticceria Di Costanzo
- Pizza a Vico 2024: il ristorante “da Giovanni” si aggiudica il Premio Dell’Amura
- Ravida a Pompei, quando la partita Italia-Brasile si gioca a tavola
- 14° anniversario della Dieta Mediterranea patrimonio Unesco
- Festival della Dieta Mediterranea – Premio Vini Bio a Pioppi