di Tommaso Esposito
Sembra cazzeggio su Facebook, ma quando ci si mettono Maurizio Cortese, Giuseppe Di Martino, Stefano Caffarri e Antonio Scuteri, la cosa diventa interessante.
Molto interessante.
È capitato con un post di Maurizio Cortese, appunto.
Questo:
“La fortuna di avere una cuoca in casa .
Ore 21,20 al telefono con l’amico Joseph: “Cortez, oggi mi sono arricreato da Berardino al Contadino, ho mangiato anche l’uovo a susciello!”
“L’uovo a susciello no, lo voglio!” Forse l’ho detto un po’ troppo ad alta voce, sta di fatto che alle 21,50 l’ho trovato sul tavolo in cucina per la prima volta in vita mia lontano dalla cucina di Berardino.
Ed ho goduto come una scimmia!”
E subito interviene Alessandra Meldolesi: “che vuol dire “susciello”?
Poi Maurizio Cortese: ” Sai che non lo so esattamente? sciusciello è il termine esatto, devo chiedere a Berardino. Ma se non ricordo male dovrebbe derivare da “sciuè sciuè”, che in dialetto napoletano significa una cosa veloce.”
Prontissimo Antonio Scuteri: “No, a quanto so io deriva dalla parola latina iuscellum, che significa brodetto o intingolo”
Stefano Caffari di rimando: “sei troppo colto Antò. Qui ce l’hanno ventuta alla Cortese-Way. Sciuè Sciuè.”
Compare Giuseppe Di Martino: ” Ha ragione Antonio Scuteri.”
E quindi di nuovo Scuteri: “Il termine, che indica non un piatto specifico, ma il tipo di preparazione, è presente anche in altre zone del nostro bel meridione, come la derelitta Calabria, dove si dice sciusceddu. La derivazione è latina, non napoletana. Accetto smentite solo dal professor Tommaso Esposito.”
Ma il Cortese non demorde: “Ha risposto Nadia, lavora da vent’anni con Berardino. Deriva da “sciuè sciuè”, smentito senza ricorrere all’amico Tommaso Esposito”.
Beh tirato per i capelli, quei pochi in verità che mi ricoprono la zucca, sono costretto a intervenire.
Ed ecco il pronunciamento:
Maurizio Cortese, Antonio Scuteri, Giuseppe Di Martino , letti i sacri testi, questa la sentenza.
Il lemma compare per la prima volta nel vocabolario dialettale napoletano di Raffaele Andreoli del 1887 e indica: ” zuppa che si fa con le uova ne’ giorni di magro, Zuppa d’uova.”
Il lemma è ripreso dall’Altamura nel 1968 e la etimologia è spiegata da Francesco D’Ascoli nel suo Dizionario Etimologico Napoletano: dal latino iuscellum brodetto che in genovese diventa giuscello, in siciliano sciucieddu, in salentino siusciuellu o sciuscille, in napoletano sciusciéllo.
Tutti indicano: brodetti, uova cotte, fricassee. Infatti in napoletano sciusciello è anche la frittata.
A mio parere tutto deriva da suscio, sciuscio, susciare o sciusciare cioè soffiare, giacché questi piatti sono molto caldi e bisogna raffreddarli con il soffio sciuscio per poterne mangiare.
Ha ragione dunque Antonio Scuteri, anche nel riferimento a sciuscella.
Rata fiant in Acerra, presso il Museo di Pulcinella.”
Maurizio Cortese accetta e conclude: “Adesso chi glielo dice a Nadia, che lavora da vent’anni con Berardino, che “sciuè sciuè” (veloce) non c’entra nulla?”