di Adele Elisabetta Granieri
Casatiello e fellata, frittate di pasta e grigliate selvagge, basta confidare nel meteo favorevole e il gioco è fatto. Ma che si beve a Pasquetta? La situazione richiede vini freschi e disimpegnati. Perfetti i rosati, anche a tutto pasto, meglio se italiani.
Grazie alle diverse vocazioni territoriali, ai diversi vitigni utilizzati, alle diverse filosofie produttive che portano a stili molto eterogenei, inseriti all’interno della stessa tipologia di vino, i rosati italiani risultano estremamente versatili negli abbinamenti a tavola. Le gradazioni di rosa variano dal cipria al cerasuolo, a seconda del tempo di macerazione a contatto con le bucce, delle caratteristiche del vitigno e dell’eventuale invecchiamento. Stesse differenze nella struttura: si va da vini semplici e beverini, perfetti per l’aperitivo, ai grandi rosati, anche da bere dopo qualche anno in bottiglia, adatti a pietanze più elaborate e sostanziose.
L’Italia “in rosa” può ormai contare su validi rappresentanti sparsi lungo Stivale. Ecco alcune valide etichette da non perdere:
Alta Langa Brut Rosé de Saignée Docg “Oudeis”: un Metodo Classico da Pinot Nero che affina 36 mesi sui lieviti e si caratterizza per eleganti richiami di ribes, mela Stark, scorza di cedro e fiori di campo, con un delicato sottofondo di pan brioche e un sorso pieno, intenso e verticale.
Cantina della Volta, Lambrusco Spumante Metodo Classico Rosé Brut Doc: un calice che racchiude tutta l’eleganza del Lambrusco di Sorbara, dai profumi di lampone e fiori di glicine, con soffusi ricordi iodati e un sorso fresco, dinamico e succoso.
Stefano Amerighi, “Syrah Rosa” Toscana Rosato Igt: il Syrah di Cortona nella sua veste più essenziale. Un vino che sa di amarena e scorza d’arancia, su uno sfondo di iris, con un tocco vagamente speziato. Pieno, goloso ma allo stesso tempo stratificato.
Castello di Montepò, “JeT” Toscana Rosato Igt: ultimo nato della storica famiglia Biondi Santi, un rosato ricco ed elegante, con un bouquet che lega le note floreali, ai frutti rossi maturi e alle erbe officinali. Il sorso è fresco e delicato, ma ben presente, con bel finale salino.
Valle Reale, “Vigneto Sant’Eusanio” Cerasuolo D’Abruzzo Doc: un eccellente rappresentante della tipologia, con i suoi profumi di geranio e rosa canina, i soffusi richiami di agrumi e gli accenni di mentuccia e un sorso in equilibrio tra pienezza e complessità gustativa e viva energia salina.
Tenuta Terraviva, “Giusi” Cerasuolo d’Abruzzo Doc: da uve Montepulciano coltivate sulle colline teramane, un rosato deciso e diretto, che unisce i richiami di ribes, ciliegia e fiori freschi ad una delicata speziatura.
Tenuta San Francesco, “ED” Costa d’Amalfi Rosato Doc: dallo splendore della Costa d’Amalfi, un rosato delicato, ma di grande carattere. Profuma di fiori di ginestra, arancia rossa ed erbe mediterranee e ha un sorso fresco e spiccatamente salino.
Casa Setaro, “Munazei” Lacryma Christi del Vesuvio Rosato Doc: i terreni vulcanici del Vesuvio regalano questa interpretazione in rosa dalle note di violetta e macchia mediterranea, vivida e decisa al sorso.
Musto Carmelitano, “Maschitano Rosato” Basilicata Igt: la veste più delicata Aglianico che viene dal Vulture è un vino di grande identità territoriale, dai profumi di melograno, frutti rossi e radice di liquirizia e un sorso pieno e carnoso.
Rosa del Golfo, Rosato del Salento Igt: un punto di riferimento della tipologia, dai profumi di frutti di bosco e fiori, che accompagnano un sorso morbido e rotondo, fresco e saporito.
Varvaglione, “Idea Rosa di Primitivo” Puglia Igt: dall’areale di Manduria, un rosato da Primitivo che sa di fragolina e salvia al naso ed è esuberante e immediato al palato.
Barraco, “Rosammare” Terre Siciliane Rosato Igt: un rosato siciliano dall’impronta decisa e territoriale, grazie al timbro del Nero D’Avola e ai caratteristici tratti marini e al sorso intenso, a tratti vinoso.
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