A Mirabella Eclano La Tana del Lupo, l’osteria alternativa di Piero Mastroberardino

La Tana del Lupo – Osteria

Contrada Corpo di Cristo

Mirabella Eclano (AV)

Telefono 0825/431293

Di Carmen Autuori

La Tana del Lupo Osteria a Mirabella Eclano – ricavata da un’ala del Radici Resort -, l’elegante struttura nel cuore dell’area di produzione del Taurasi DOCG, circondata da circa sessanta ettari di vigneti, è l’ultima creatura di casa Mastroberardino in tema di ospitalità.

Il progetto, come la stessa tenuta che ospita una SPA ed un campo da golf, porta la firma di Piero Mastroberardino, dal 1997 alla guida della blasonata azienda vinicola di famiglia (di cui rappresenta la decima generazione), azienda che da oltre due secoli è punto di riferimento non solo dell’Irpinia, ma anche della Campania e la più conosciuta in Italia e all’Estero.

Piero Mastroberardino, Professore Ordinario in Business Management dell’Università di Foggia, è uomo di grande poliedricità: coltiva i più svariati intessi che vanno dalla letteratura, alla poesia e all’arte, con i suoi dipinti ha realizzato mostre sia personali che collettive in Italia e all’estero.

L’ osteria nasce dalla volontà di offrire agli ospiti del resort ed ai clienti esterni una formula di ristorazione che rappresenti l’Irpinia più tradizionale ed essenziale, un’alternativa a quella del fine dining che caratterizza il Morabianca, l’altro ristorante della struttura.

In altri termini, il nuovo concept vuole ricreare l’atmosfera di una signorile casa di campagna, ma senza cadere nello scontato. E lo si evince già dall’arredamento degli interni frutto di una raffinata ricerca stilistica opera dello stesso professore: qui ogni componente d’arredo fa narrazione storica.

Originalissimo il tavolo in legno grezzo proveniente da un’officina, i divani in pelle di stile inglese, completati da tavolini di diverse altezze dove sarà possibile consumare un pranzo o una cena informale come nel salotto di casa, per cui al cliente sarà offerta la possibilità non solo di prenotare un tavolo, ma anche di scegliere l’atmosfera in cui rilassarsi e godere al meglio del buon cibo e del buon vino.

<<Era da tempo che accarezzavo l’idea dell’osteria – ci racconta Piero Mastroberardino – che aprirà le porte al pubblico venerdì 6 ottobre. Un po’ per offrire un’esperienza ancora più immersiva nella cultura irpina partendo dalla sua cucina più tradizionale agli ospiti del resort molti dei quali sono stranieri, un po’ per la mia terra. Capita molto spesso che la Mastroberardino per la sua storia, per le sue cantine, per il Museo MIMA susciti una sorta di timore reverenziale negli stessi irpini, così il mio nuovo progetto, ricercato ma informale, vuole essere anche una sorta di benvenuto per tutti, indistintamente.  Inoltre, ho voluto interpretare la nuova tendenza che va verso il ritorno al concetto di osteria che con la sua cucina rassicurante diventa sinonimo di casa>>.

Anche le sedie, così come i tavoli, sono diverse l’una dall’altra.

<< La scelta non è casuale – ci spiega il professore –, il senso è quello di evitare la ripetizione di un messaggio, creare un effetto novità. Un po’ quello che si riscontra anche nei nostri vini che sono per definizione alternativi e non convenzionali. Sono dei vini che stanno riscrivendo la storia vinicola d’Irpinia. Prendiamo ad esempio il grande lavoro che c’è dietro al progetto Stilema Taurasi che nasce scarico, con concentrazione bassa, temperatura di macerazione più fredda ed è freschissimo per essere un Taurasi, in sostanza un vino dalle mille sfaccettature. Gli stessi Fiano e Greco di Tufo che fanno 5 anni di cantina prima del rilascio e 24 mesi sulle fecce grosse, sono vini estremi, graffianti, salati, sanno di ostrica con note fumé: si tratta di un progetto alternativo come è alternativa questa osteria>>.

Protagonista sarà la grande cucina irpina, profondamente legata al territorio, dispensa di grandi eccellenze, dal caciocavallo podolico di Montella, agli agnelli Laticauda, al pecorino Carmasciano, le paste fresche e tanto vegetale, dalla scarola imbottita con alici, pane e mosto cotto al mallone, misto di foglie di rapa e patate.

A La Tana Del Lupo l’accurata ricerca della tradizione gastronomica si è spinta oltre, tanto da portare a tavola piatti antichissimi appartenenti alla cucina contadina come la pizza di granone che in alta Irpinia si chiama pizza “ionna”, un impasto di acqua e farina di mais che un tempo era una valida alternativa al pane e veniva cotto in un tegame di creta direttamente nel camino; oppure il migliaccio di semola salato con pecorino Carmasciano, la parmigiana di melanzane e baccalà e, sempre tra gli antipasti, la pizza nel ruoto, quella che una volta serviva a testare la temperatura del forno prima di cuocere il pane, sia nella versione rossa che bianca ossia con patate e rosmarino.

Un discorso a parte meritano le zuppe: straordinarie quelle di patate di Montella e funghi porcini e quella di fagioli Quarantini di Volturara. Tra i primi la pasta e patate contadina la cui particolarità non è tanto negli ingredienti ma nella consistenza: viene servita più brodosa di quella di “città”.

Il messaggio che lancia questo luogo rassicurante ma non scontato, custode della memoria, frutto di una ricerca minuziosa che va dagli arredi, al cibo e, ovviamente, ai vini è quello di un ritorno al passato che costruisce il futuro.

@credit Giuseppina Pepe

La Tana del Lupo – Osteria

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