di Monica Bianciardi
Svoltosi nella principale piazza cittadina l’Expo organizzato dal Comune di Greve in Chianti è arrivato alla sua 51 esima edizione, protagonista il Gallo Nero. Un appuntamento che si rinnova di anno in anno che nel corso del tempo ha cambiato diverse volte nome, Mostra Mercato, poi Rassegna, infine Expo.
L’Expo è organizzato con lo scopo di unire e promuovere la commercializzazione e per far conoscere al pubblico il mondo del vino chiantigiano, un’idea che può avere ritorni molto positivi vista l’alta percentuale di turisti intervenuti alla manifestazione soprattutto stranieri. In vacanza, capitati per caso oppure arrivati appositamente da altri luoghi della Toscana per poter eseguire gli assaggi, la piazza di Greve è stata un via vai di visitatori italiani ed esteri per un vino che ha molta attrattiva sia in Europa che oltre oceano.
Al di la dei buoni intenti del Comune di Greve, non sono tuttavia mancate problematiche di ordine organizzativo: la principale legata al numero troppo limitato di assaggi con solo 7 per un ticket di ingresso di 15€, di cui nei Chianti Classico Riserva, nella Gran Selezione e Vinsanto valevano ben due obliterazioni. Un’assurdità ampiamente contestata da chi si aggirava tra i banchi incurante del caldo e che ha drasticamente ridotto ai minimi termini la possibilità di far assaggiare i vini per la maggioranza delle aziende presenti, vanificando sia l’intento di far conoscere vini e territorio, riducendone contemporaneamente la possibilità di vendita. Ogni produttore aveva almeno 4/5 vini in degustazione conseguentemente il carnet esauriva il suo scopo al massimo entro il secondo banco.
Unica manifestazione nel suo genere (per fortuna) ad essere strutturata con questa modalità limitante
Altro problema la temperatura dei vini in degustazione, la piazza cittadina pur molto bella e storica dalla singolare forma a imbuto, scarseggiava di una ombreggiatura adeguata. La giornata soleggiata e temperature ancore molto alte per il periodo, ha messo in difficoltà i produttori meno organizzati che senza frigoriferi o ghiaccio, si sono trovati a servire i vini in assaggio ad una temperatura più adatta al vin brulé che al Gallo Nero.
Chi ha paura, non vada alla guerra
Nota positiva l’altissima qualità dei vini proposti, dove a fare la parte del leone è come sempre il Sangiovese, questo ed un amore quasi incondizionato verso il Chianti Classico mi ha comunque permesso di fare qualche eccellente assaggio e prigioniero da riporre in cantina.
Tasting Notes
Le Stinche 2016 Castello di Lamole – Lamole
Austeri e diretti i vini di Lamole offrono lo spunto per una riflessione di come il territorio incida sul carattere del Sangiovese, terreni sabbiosi e altitudini elevate danno vini dai sentori freschi e raffinati, fiori in primo piano con mammole e giaggioli, cedro, piccoli di lamponi appena accennati, sottobosco e molte erbe aromatiche, nepitella, menta, muschio; il palato segue il filo conduttore dettato dall’olfatto mantenendosi teso ed incalzato da una dorsale di grande freschezza, snello, intenso e saporito, lungamente e accompagnato da vena sapida.
Negli ultimi anni la Gran Selezione ha iniziato a regalare veri gioielli enoici vini spesso di buona prontezza ma in grado di attendere anche molti anni in bottiglia. Villa Calcinaia non sfugge alla regola e da luogo ad un vino dove sapore, volumi e morbidezze si fondono con un fondo vibrato e salino che immette la giusta dose di fervore ad un Chianti Classico denso di profumi di frutta a bacca rossa, fiori viola, arancia, balsamici di resina, muschio che mantiene tutte le promesse di una Gran Selezione.
Castello di Meleto -Chianti Classico Riserva 2020 Gaiole in Chianti
Una Riserva 2020 gioiosa e succosa che invoglia a svuotare il bicchiere. Una realtà in continua evoluzione che vinifica con stili tradizionali, usando lieviti indigeni e botti grandi a Gaiole in Chianti. Profumi croccanti di ciliegie, ribes, fiori carnosi rossi, spunti balsamici, fresche sensazioni boschive, un gusto pieno, denso di morbide volute succose con trama tannica morbida e ben inserita nel gusto innescato da una vena energica di propulsiva freschezza.
Dai un'occhiata anche a:
- Bosco alle Vigne il Bolgheri new generation
- Barolo en primeur 2024: la verticale di Barolo vigna Gustava, apre la quarta edizione dell’asta solidale
- I vini perfetti per la frittura di pesce
- Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore doc 2013 Stefano Antonucci
- “Terre di Pisa Food and Wine festival” Stile internazionale ma non troppo
- Il brindisi per la festa della mamma
- Vini Tenuta San Francesco – Nuove annate
- Luna Mater, i magici vini di Massimo e Jacopo a due passi da Luni (SP)