di Marco Galetti
“Consolati gourmet del tuo peregrinare
siamo giunti ecco un’insegna ornata di trofei
Presso quest’osteria potremo riposare
Ché troppo stanco sono e troppo stanca sei
Il campanile scocca lentamente le sei”
Scommettiamo una cena in trattoria… sentendomi certo di vincere, mi sembrava scorretto alzare la posta in palio, una serata in un luogo che amo sarebbe stato premio più che sufficiente.
In occasione della serata di premiazione di 50 Top Italy, sezione Trattorie, mi sentivo euforico e con la vittoria in tasca, ma feci i conti senza l’oste (è il caso di dirlo) mai dare nulla per scontato, le aspettative disattese sono dietro l’angolo, in agguato, come un posteggiatore abusivo.
Avevo dato per certo che almeno una delle trattorie lombarde da me visitate, amate e recensite nella raccolta Trattorie & Osterie di Milano e Lombardia fosse premiata tra le prime dieci, invece persi la scommessa e forse anche un po’ la faccia… ma i criteri delle classifiche sono imperscrutabili, i locali meritevoli sono molti e non tutti gli ispettori devono avere necessariamente gli stessi criteri di giudizio e pensarla allo stesso modo, l’anno che verrà regalerà a chi è rimasto fuori 365 opportunità per il riscatto, staremo a vedere…
Ritenevo di aver perso credibilità, nei confronti di chi legge, di chi cucina e di chi lascia liberamente scorrere la mia penna qui sopra… anni di collaborazione ma scarsa considerazione data alle mie parole che in ambito “trattorie” pensavo avessero maggior voce in capitolo, invece, provando a guardare da fuori, con un punto di vista più distaccato (e meno di parte) quel che era avvenuto, mi sono reso conto che proprio il fatto che nessuno dei luoghi da me prediletti fosse stato premiato, dava maggior credibilità alla classifica di 50 Top Italy, ma soprattutto alla mia indipendenza di giudizio.
Sperando che le Osterie, luoghi di ristoro per il corpo, per la mente e per lo spirito, continuino a vivere, in fondo lo fanno dai tempi di Betlemme… vorrei condividere la poesia di Gozzano, augurando a tutti, lettori, collaboratori, ispettori, editori un sereno e Santo Natale.
La Notte Santa (1914) Guido Gozzano
(Melologo popolare)
– Consolati, Maria, del tuo pellegrinare!
Siam giunti. Ecco Betlemme ornata di trofei.
Presso quell’osteria potremo riposare,
ché troppo stanco sono e troppo stanca sei.
Il campanile scocca
lentamente le sei.– Avete un po’ di posto, o voi del Caval Grigio?
Un po’ di posto per me e per Giuseppe?
– Signori, ce ne duole: è notte di prodigio;
son troppi i forestieri; le stanze ho piene zeppeIl campanile scocca
lentamente le sette.– Oste del Moro, avete un rifugio per noi?
Mia moglie più non regge ed io son così rotto!
– Tutto l’albergo ho pieno, soppalchi e ballatoi:
Tentate al Cervo Bianco, quell’osteria più sotto.Il campanile scocca
lentamente le otto.– O voi del Cervo Bianco, un sottoscala almeno
avete per dormire? Non ci mandate altrove!
– S’attende la cometa. Tutto l’albergo ho pieno
d’astronomi e di dotti, qui giunti d’ogni dove.Il campanile scocca
lentamente le nove.– Ostessa dei Tre Merli, pietà d’una sorella!
Pensate in quale stato e quanta strada feci!
– Ma fin sui tetti ho gente: attendono la stella.
Son negromanti, magi persiani, egizi, greci…Il campanile scocca
lentamente le dieci.– Oste di Cesarea… – Un vecchio falegname?
Albergarlo? Sua moglie? Albergarli per niente?
L’albergo è tutto pieno di cavalieri e dame
non amo la miscela dell’alta e bassa gente.Il campanile scocca
le undici lentamente.
La neve! – ecco una stalla! – Avrà posto per due?
– Che freddo! – Siamo a sosta – Ma quanta neve, quanta!
Un po’ ci scalderanno quell’asino e quel bue…
Maria già trascolora, divinamente affranta…Il campanile scocca
La Mezzanotte Santa.
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