di Marina Betto
Castello del Trebbio si trova molto vicino Firenze, sulle colline, una tenuta di 350 ettari tra vigneti e uliveti. Era un avamposto militare nel XII secolo propietà dei Guidi, fu teatro della congiura dei Pazzi ordita ai danni della potente famiglia dei Medici. Un luogo pregno di storia dove, si dice ci sia anche un fantasma. Le centenarie cantine di Castello del Trebbio sono il luogo dove i vini riposano e maturano oggi come ieri ma sono state anche delle prigioni. Dopo l’abbandono e il declino nei secoli nel 1968 il Conte Giovanni Buj Macario e la sua giovane moglie Eugenie se ne innamorano e vi si stabiliscono con i cinque figli. Tempi difficili gli anni “70 e ” 80 per l’agricoltura e per il vino Chianti, caratterizzati dall’abbandono della campagna in favore della vita in città considerata migliore. Anche gli stessi eredi di Buy Macario lasciano la campagna e l’antico maniero tranne Anna che insieme a suo marito Stefano Casadei credono nelle grandi potenzialità di questa terra e dei suoi frutti, uva, olive, zafferano e farro. Oggi a cinquant’anni dall’acquisizione di Castello del Trebbio si è voluto ripercorrere con una verticale di 10 annate il cammino di questo vino per capire come è cambiato e quali sono stati gli elementi che lo hanno fatto mutare, apportati essenzialmente da Stefano che è animato da spirito innovatore, curioso e sempre alla ricerca di quel quid che possa caratterizzare meglio i suoi vini. La filosofia agricola di questa azienda si può sintetizzare con la parola “Biointegrale”, un’agricoltura sostenibile per preservare e mantenere la salute dell’ecosistema.
L’energia che si consuma è autoprodotta da pannelli solari e lo sguardo anche alle tecniche agricole usate in passato è costante; lo dimostra la recente introduzione delle anfore di terracotta nel processo di produzione del vino. La storia di questa azienda è stata scritta da Anna e Stefano, una coppia che ha armonia in tutto quello che fa. Hanno iniziato in Toscana nel Chianti e proseguito in Sardegna nel Sarcidano dove valorizzano i vitigni autoctoni come il Semidano e il Nasco o il Carignano e il Cannonau, e ancora in Maremma dove ci si dedica ai vini di stampo internazionale. L’ospitalità amplia l’offerta insieme alla ristorazione e a una linea Food. Le verdure coltivate nell’orto del Castello sono destinate al ristorante e sono veramente saporite e freschissime, gustose già solo con un filo d’olio. I Vini di Castello del Trebbio sono “Congiura” un blend di Pinot Grigio,Riesling e Manzoni Bianco; Il Chianti Superiore da Sangiovese e piccola aggiunta di Canaiolo e Ciliegiolo con affinamento in grandi botti; ” Lastricato” che è prodotto dai migliori vigneti con parziale vinificazione anche in anfora e affinamento per 30 mesi in botte; “Pazzesco” composto da Merlot e Syrah; “De Pazzi” blend di Sangiovese, Merlot e Syrah; un Metodo Classico da Trebbiano e Chardonnay e infine un Vinsanto che è un’istituzione per ogni tavola toscana, da Trebbiano, Malvasia e Colombana appassite e con affinamento del mosto per 5 anni. Assaggiare 10 annate di Lastricato è stato come sfogliare un album fotografico in cui ogni annata è figlia di un’epoca ben precisa che viene riflessa nel bicchiere; tutto ciò non è certo banale ne scontato perchè evidenzia la stoffa, la qualità intrinseca del vino e soprattutto la sua capacità di invecchiare e sostenere il tempo. Le varie annate esprimono una ricerca continua , tanti cambi di stile ma sempre frutto di grande impegno per ottenere un vino di qualità.
Castello del Trebbio – Lastricato Chianti Rufina DOCG Riserva 1971 è composto dal classico blend Sangiovese, Canaiolo e Malvasia coltivate sulle colline di Santabrigida a Pontassieve. Il colore è rosso granato con unghia aranciata; al naso terra bagnata, sensazioni sanguigne e profumo di camino spento, fiori appassiti. In bocca grande acidità coerente e tannini impercettibili, riverberati dal gusto di arancia fresca.
Castello del Trebbio – Lastricato Chianti Rufina DOCG Riserva 1979 è figlio di un’annata fredda con punte di -10° C con primavera fresca ed estate piovosa. Il freddo si sente anche nel bicchiere con un profilo verticale che porta al naso sentori di frutta evoluta, terra bagnata, sensazioni di pietra, fiori macerati e sentori medicinali. In bocca c’è tannicità e persistenza e una sensazione amarostica sul finale. Esempio di buona tenuta del tempo perchè non c’è nessun sentore di svanito.
Castello del Trebbio – Lastricato Chianti Rufina DOCG Riserva Colli Fiorentini 1983 estate calda e poco piovosa che si avverte subito nel bicchiere con profumi di frutta molto matura e sottospirito; albicocche e prugne secche poi in seconda battuta cuoio,pelle, fiori scuri, china, rabarbaro e caramella d’orzo. Freschezza e sensazioni tanniche decisamente amaricanti; un sorso lungo e persistente.
Riserva Castello del Trebbio – Chianti Colli Fiorentini DOCG 1989 anno che si ricorda con commozione perchè muore il suocero di Stefano il Conte Giovanni Buy Macario. Il colore è uniforme, il naso è un macerato aromatico di fiori e frutta scura, polvere di cacao e tabacco. Il vino è potente, muscoloso con grande acidità e tannino. Racchiude una bella maturità del frutto e finale sapido con trama tannica e acida che gli può permettere di invecchiare ancora per un po’. I vini degli anni ottanta sono di rottura, gli manca la presenza di uve bianche e quindi sono un po’ carenti di acidità, sebbene l’acidità della Rufina sia storica avendo i terreni molta argilla e una piovosità maggiore che in altre zone.
Castello del Trebbio – Lastricato Chianti Rufina DOCG Riserva 1995 questa annata segna un po’ l’inizio della storia del Trebbio con Stefano e Anna, anche se il vino non è stato mai commercializzato. Presenta un naso interessante floreale e di frutta matura,ciliegia, scorza di arancia e legna arsa, note tostate e refoli mentolati. La lingua assapora la sapidità e un’aromaticità che sa di liquerizia ed erbe. Si ritorna alla vecchia etichetta che significa uno sguardo al passato e uno al futuro.
Castello del Trebbio – Lastricato Chianti Rufina DOCG Riserva 1999 in questo anno si estirpa il vecchio vigneto del Lastricato e si pianta il nuovo, su un terreno ricco di scheletro e argilla. E’ anche l’anno in cui Stefano va a Bordeaux per studiare e apprendere dai grandi viticoltori francesi. Il profumo di questo vino è fresco, fruttato. La bocca è sorprendentemente morbida, rotonda, godibile con sensazioni di erbe montane, genziana. Possiede integrazione e finezza grazie anche alle lunghe macerazioni ed estrazioni.
Castello del Trebbio – Lastricato Chianti Rufina DOCG Riserva 2004 nei primi dieci anni del 2000 si punta a consolidare gli stili di Castello del Trebbio mentre si creano due nuove aziende : Tenuta Casadei a Suvereto dove si coltivano vitigni internazionali e poi si investe in Sardegna con un progetto legato agli autoctoni. Nel 2004 il lavoro in vigna fu faticoso con un’estate fresca senza punte eccessive di caldo. Il vino ha note di smalto,cioccolata, ciliegia e lieve balsamicità, fiori. Buona integrazione in bocca tra tannino, freschezza e leggera alcolicità.
Castello del Trebbio – Lastricato Chianti Rufina DOCG Riserva 2007. Sono questi anni in cui l’azienda si fa un po’ travolgere dall’uso della barrique e del tonneau. Le annate 2007, 2008, 2009 sono infatti affinate in barrique segnando ancora una volta un cambio di stile. Fu una annata mite che si riflette nel bicchiere con sentori di frutta fresca, ciliegie, spezie e alcol, liquerizia dolce. Un vino che ha classe e lascia la bocca assolutamente pulita.
Castello del Trebbio – Lastricato Chianti Rufina DOCG Riserva 2011. Finalmente vengono acquistate delle botti nuove da 20 ettolitri. Dal 2010 si è iniziata un’esperienza con le fermentazioni e l’affinamento in anfora del Sangiovese che va inserito in piccola parte nel Lastricato 2011. Questo è l’anno dei riconoscimenti per questo vino che finalmente si fa conoscere sul panorama enologico. E’ un vino freschissimo, giovane, franco con alcolicità integrata e tannino setoso, sapidità e succo lo caratterizzano. Un bel sorso!
Castello del Trebbio – Lastricato Chianti Rufina DOCG Riserva 2013. Questo è un anno importante per Castello del Trebbio perchè si formula un protocollo di lavoro bio e biodinamico interno all’azienda e si registra il marchio BioIntegrale che rappresenta una serie di tecniche biodinamiche rielaborate secondo la visione di Stefano. Uso di botti da 20 ettolitri, si piantano 3 ettari di piante madri selezionate in tutto il Chianti specificatamente non credendo e non volendo utilizzare cloni. Quell’estate fu molto calda da giugno a settembre con solo 10 giorni di pioggia in quel periodo. Questo è un vino in embrione; c’è integrità di frutto con gradevoli sentori di caffè e cioccolato. In bocca ha un comportamento irruente con note di alcol e grande sapidità riflesso del territorio della Rufina.
Castello del Trebbio
Via Santa Brigida 9 – 50065 Santa Brigida – (FI) -Toscana – Italia
T +39 055 8304900 – M +39 3356550585
info@castellodeltrebbio.eu – www.castellodelrebbio.com
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