di Simona Paparatto
Il nebbiolo è un vitigno eccezionale: solitario, esigente ed austero, ma oltremodo autentico, unico e capace di donare espressioni di sé sempre pregevoli. Com’è noto, si presta perfettamente alla produzione dei grandi vini rossi, come quelli di Valtellina, i valdostani e quelli del Nord Piemonte, ma soprattutto di Langa, come Barolo e Barbaresco.
Negli ultimi anni, la sua spumantizzazione è capace di intrigare, avvicinando un pubblico sempre più incuriosito e attento, anche se quella delle bollicine piemontesi è una denominazione storica: in Piemonte, il Nebbiolo si spumantizzava già nell’800: se ne ha prova con la prima citazione su una rivista torinese del 1787, riferita al presidente americano Thomas Jefferson che “alloggiando all’hotel Angleterre, beve vino rosso di nebbiolo, trovandolo vivace come lo champagne”. In seguito, a Pollenzo, anche Louis Oudart, insieme al socio Bruché, sperimentava con successo la spumantizzazione sul Nebbiolo.
In Langa da qualche anno alcuni produttori hanno iniziato a credere in questa pratica, regolata dal disciplinare del Nebbiolo d’Alba, approvato il 9 settembre del 1970, che riconosce la tipologia Nebbiolo d’Alba Spumante come terza DOC per le bollicine (in ordine temporale) ad essere stata regolarizzata in Italia, dopo il Franciacorta e i Prosecco Conegliano-Valdobbiadene. Un miracolo tra natura e uomo, tra suolo e aria, che si traduce nel Nebbiolo d’Alba Spumante.
Gianluca Viberti, vignaiolo ed enologo a Barolo, ha voluto realizzare un progetto di valorizzazione di territorio e di una bollicina, con l’obiettivo di celebrare sempre di più la tipologia Spumante del Nebbiolo d’Alba, recuperandone la peculiarità e la storia, esaltando, così, la profonda versatilità del Nebbiolo:
“Coltivo la vigna da quando gli unici mezzi di trasporto erano il trattore o le mie gambe. La corsa mi dava un senso di libertà. Correvo nelle vigne a stendere i fili che avrebbero sostenuto i giovani tralci ed appena si presentava l’occasione fuggivo a correre in montagna, alla ricerca di quel confronto con la natura. In fondo le montagne sono colline un po’ più alte – pensavo! Da lassù, lo sguardo è così potente da lasciarti senza fiato e senza parole”.
Viberti conclude gli studi alla scuola enologica di Alba nell’89, con una tesi sulla “Difesa fitosanitaria del vigneto tra necessità ed ecologia”, e inizia il suo cammino lavorativo nell’azienda di famiglia a Vergne CN. Proprio qui matura alcune delle idee su come fare il vino, desideroso di “vivere la vigna” in perfetta simbiosi con la natura e le sue mille sfaccettature. Così nel 2010 realizza 460 Casina Bric, che significa Cascina Bricco, la cantina bio-sostenibile di Serralunga, situata a 460 mt s.l.m., che
diviene un progetto indipendente, moderno, sostenibile, innovativo, poggiando su tre pilastri fondamentali:
1 – viticoltura logica di chi la terra la conosce, quella terra che ha origine dal rispetto per sé stessi, per il luogo in cui si vive e che si vuole tramandare, con attenzione all’andamento ed esposizione del vigneto, al microclima ed intervenendo in manierarispettosa, prediligendo l’inerbimento naturale con sovesci, attraverso una politica di gestione del suolo e di conservazione della pianta;
2 – vigneti in quota: la media altimetrica dei vigneti intorno alla Cascina Bricco (punto più alto del Comune di Barolo), è di 460 mt s.l.m. La vista scenografica dal cru Bricco delle Viole, ed ancora più in alto dal Serradenari e Fossati, spazia su quel magico spettacolo dell’orizzonte, pettinato dai vigneti delle Langhe, paesaggio tutelato dal Patrimonio Unesco. Questo non è l’unico vantaggio della posizione: la maggiore altezza, infatti, consente aree più fresche, con ampi cambi di temperatura diurni ed escursioni termiche tra il giorno e la notte, la ventilazione costante, l’esposizione favorevole,che assicurano una maturazione lenta e uniforme delle uve nebbiolo, determinandone la longevità.
Gli appezzamenti di Guarene, situati a 360 mt s.l.m., sono l’area ideale individuata da Gianluca per i vigneti di Nebbiolo destinati alle basi spumante. Anche in questa area, il favorevole regime climatico, mai esageratamente caldo, il terreno dalle tessiture fini marnose, l’esposizione propizia, consentono la buona maturazione fenolica delle uve e, allo stesso tempo, la conservazione di un elevato tasso di acidità, ideale per la produzione delle basi spumante. È un concetto caro a 460 Casina Bric quello di terroir, quasi a raggiungere la nozione più ampia di “genius loci”, che racchiude un insieme di fattori diversi e tipici che si sostanziano, oltre che nelle caratteristiche ambientali di un particolare territorio anche, nelle scelte dell’uomo. Sono proprio questi elementi insieme a consentire la produzione di basi spumanti di Nebbiolo,
tipiche, uniche e inimitabili;
3 – sostenibilità vera: la moderna cantina costruita in bio edilizia, nel rispetto del luogo e per poter assicurare maggiore sostenibilità alla produzione, si trova a Serralunga d’Alba. Una rigorosa organizzazione della filiera, che dal conferimento della materia prima alla vinificazione, dallo stoccaggio al confezionamento, limita i carichi ambientali e i consumi energetici e ottimizza i flussi attraverso una progettazione ben coordinata, che tutelal’ambiente, la qualità del prodotto, e l’estetica edilizia. È un progetto architettonico che si inserisce perfettamente nel contesto agricolo: oltre alla cantina, l’edificio, è stato studiato in modo modulare per ospitare in futuro più ambienti per diverse esperienze enoturistiche e attualmente è costituito da un wine shop, un’area per le degustazioni, aperta sempre nei week end e uno spazio eventi con arena naturalistica, realizzata in pietra e legno, per accogliere eventi culturali e artistici.
La personalità di Gianluca, si identifica con i suoi vini: in vigna interviene il meno possibile, mentre in cantina predilige ricerca (che comincia comunque sempre dalla vigna) pazienza e lettura dell’annata.
Le uve arrivano in cantina solo da vitigni autoctoni, che significa ribadire la vocazione di un territorio e rivendicare l’unicità dei terreni a cui si aggiunge la selezione del luogo con la scelta di singoli vigneti, di cru, dove le varietà si esprimono nella loro piena riconoscibilità, senza forzature.
I vini Casina Bric sono, quindi, natura, storia, rispetto per il territorio, artigianalità, ma anche tanta conoscenza e tecnica. In cantina c’è un rigoroso controllo delle temperature, lunghe le fermentazioni per i vini bianchi, così come, per i rossi, le macerazioni (anche fino a 60 giorni per i Nebbiolo da Barolo), con il recupero di pratichetradizionali come la steccatura delle vinacce, per mantenere il cappello immerso nel vino, attraverso una griglia in legno.
Per l’affinamento si utilizzano acciaio, cemento e botti grandi di rovere di Slavonia da 25 a 50 hl: sapientemente impiegati per creare vini altamente godibili, che traducono i valori e le tradizioni di un territorio, ma capaci di interpretare il gusto dei consumatori, per qualità, pulizia, eleganza e bevibilità.
460 Casina Bric si compone di 12 ha di superficie vitata, all’interno di un’area più estesa che comprende boschi e seminati, nei comuni di Barolo, La Morra, Guarene, in cui si coltivano: Nebbiolo, Arneis, Barbera,
su terreni formati da marne argillose con tratti limoso-sabbiosi, soprattutto nell’area di Guarene. Il proprietario ed enologo Gianluca Viberti, vende per il 60% in Italia e per la restante parte, all’estero, principalmente in UK, Canada, Germania, USA, Svizzera.
Quattro sono le linee di vino prodotte da 460 Casina Bric:
Ansì è un marchio registrato di 460 Casina Bric, il cui nome deriva dal dialetto piemontese, con influenza occitana/francese e significa ‘così’. Un vino così, nelle sue declinazioni Langhe DOC Rosso (da uve nebbiolo e barbera) e Langhe DOC Arneis (da uve arneis), voluto, desiderato e pensato da Gianluca, perché potesse esprimere la sua tipicità e la sua storia, enfatizzata anche dalla bottiglia scelta, che Casina Bric utilizza anche per il suo Barolo: la Poirinotta, tonda e morbida, le cui origini risalgono al ‘700, prodotta nei pressi di Poirino a pochi chilometri dalla città di Torino.
Mesdì è il mezzogiorno in dialetto piemontese. L’obiettivo di questi vini è farsi bere: un elogio al vino sulla tavola, compagno del pasto e non solo “lusso”, piuttosto convivialità,leggerezza e gioia di vivere, declinato in quattro versioni: Bianco, Rosè, Rosso, Barolo.
Orĩgo-Ginĩs: gli spumanti di Nebbiolo d’Alba, interpreti della storia delle bollicine piemontesi, memoria della tradizione, simbolo e sublimazione della varietà. Impressiona il colore rosa antico, il perlage fine e persistente, i profumi ampi, floreali, che ricordano la rosa canina, con note piacevoli di fiori di pesco. Al gusto si presenta croccante e ben equilibrato, ricco di verve ed eleganza.
Per entrambi le versioni Metodo Martinotti e Metodo Classico le uve di solo nebbiolo vengono raccolte manualmente, in piccole cassette da 20 kg, nella prima decade di settembre.
Per la vinificazione e il metodo di spumantizzazione si differenziano così:
il Metodo Classico, Millesimato Pas Dosè dove ricchezza, eleganza ed annata lasciano il segno, e il Martinotti lungo, Cuvée 970 Brut, che conquista già dallo splendido color rosa antico, in cui freschezza, frutto e bevibilità superano l’austerità del Nebbiolo. Fermenta a temperatura controllata, con presa di spuma, in autoclave. Un lungo affinamento sui lieviti regala allo spumante una preziosa e godibile cremosità. Fresco e fragrante, quasi croccante al palato, invita alla beva continua. Entrambi si identificano nel marchio “Orĩgo-Ginĩs” dal latino Origo-Originis, perché sono proprio l’origine, il provenire da un luogo preciso e l’originalità (intesa come autenticità), i due tratti distintivi di 460Casina Bric.
Gianluca Viberti, dalla vendemmia 2020, ha messo in produzione due cru – che riporteranno in etichetta le MGA Serradenari e Fossati. Questi si aggiungono al Barolo Bricco delle Viole, pura espressione della terra e dei più alti vigneti del comune di Barolo, che vanno da 420 fino a 480 metri.
Vendemmia eseguita a mano, in piccole cassette da 20 kg, nella prima decade di ottobre.
La vinificazione è tradizionale, lunga 30 /40 giorni, parte in tini di legno e parte in vasche dicemento, i primi 15 giorni a cappello emerso, senza aggiunta di lieviti, con rimontaggi 2/3 volte al giorno. Segue macerazione tradizionale per ulteriori 15-20 giorni con steccatura,un’antica pratica che consente di immergere completamente il cappello di vinacce nel vino nuovo, ancora in fermentazione.
La maturazione avviene in botti e tini grandi da 25 e 50 ettolitri, per 18/24 mesi alla ricerca della finezza ed eleganza tipica del Barolo, fino ad un’ulteriore permanenza in botti di cemento per 6/12 mesi. Segue un affinamento in bottiglia per almeno 9/18 mesi,prima della messa in commercio. Di seguito la descrizione della riserva 2015:
Barolo DOCG 460 Casina Bric Riserva Bricco Delle Viole 2015 (nebbiolo in purezza)
Si presenta con un intenso e vivo rosso granato, ancora con riflessi rubino. Una riserva dal naso complesso e classico, che si esprime con eleganza e precisione, passando dalle spezie, alla frutta rossa dolce e succosa, ai fiori appassiti, con nette evidenze balsamiche, mentolate, avvertibili subito, ancora a calice fermo. L’apertura in bocca è intensa emorbida. il tannino, impavido e austero, è un tutt’uno con la freschezza, in un equilibrio perfetto. Potente ed elegante, è dotato di grande struttura, che ben supporta un sorso ricco, vibrante, pieno di gusto e dalla lunga persistenza.
460 Casina Bric
Loc. Bruni, 8 – Serralunga d’Alba CN
Sito web: www.casinabric-barolo.it
Dai un'occhiata anche a:
- I vini di Montalcino di Collemattoni
- Benevento: Il Sannio Consorzio Tutela Vini promuove la sostenibilità del settore vitivinicolo locale con il progetto Sannio_Sustainability
- Bosco alle Vigne il Bolgheri new generation
- Cantina Marianna Venuti a Luogosano: giovane, determinata e carismatica irpina
- Vecchie Terre di Montefili: un Chianti Classico tra passato e moderno
- Graziano Prà, il nuovo Valpolicella Superiore e conversazioni sul tappo a vite
- 4 Spine Tramonti Riserva Costa d’Amalfi Doc 2011 – Tenuta San Francesco
- Millemetri Etna Rosso Doc 2013 – Feudo Cavaliere