CANTINE IANNELLA
Uva: aglianico
Fascia di prezzo: da 10 a 15 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Si respira aria di grandi novità tra le aziende che lavorano tra le falde del Taburno. Qualche mese addietro si è registrata la serata organizzata da Libero Rillo e dall’Ais di Benevento per la presentazione ufficiale di due novità Fontanavecchia: lo spumante – brut medito classico prodotto da uve aglianico ed il Fiano che sarà sul mercato a breve. Ora siamo qui a scrivere di altre belle novità che interessano ‘Cantine Iannella’, realtà aziendale passata alle bottiglie con la vendemmia 2004 ma con una solida esperienza nel settore datata 1920. Anche in questa cantina, che sorge proprio alle porte di Torrecuso, si attende l’ormai imminente uscita del Fiano (anche qui proposta in versione Doc Sannio). Ed in questa attesa occorre parlare delle altre novità: un passito da uve aglianico (in attesa di schedatura) e dell’etichetta ‘1920 – Aglianico del Taburno doc’. L’annata, ovviamente, è la 2004 e l’etichetta vuole essere testimonianza del passaggio dell’azienda all’imbottigliamento. In effetti la produzione in bottiglia, in lenta ma costante crescita numerica nel corso di queste prime quattro vendemmie, rappresenta quello che possiamo definire il percorso che l’azienda (particolarmente interessante nel corso di decenni anche per quel che riguarda la quantità) riserva alle uve migliori. Ed alle migliori uve aglianico del 2004 è stato riservato il tragitto che nel suo punto di arrivo ci dona questo calice di grande interesse. Diciamo subito che l’azienda ha già in scuderia un rosso importante, la riserva di aglianico che è stata dedicata a ‘Don Nicola’, colui che nel 1920 connotò con caratteri aziendali innovativi il lavoro quotidiano di un nucleo familiare sempre legato alla campagna. E così, come l’altro rosso di punta ricorda una data di svolta, anche questo aglianico intende testimoniare ai posteri un’altra data importante. E questo vino si candida subito come buon testimone, visto che già nella prima annata, sul mercato a quattro anni dalla vendemmia (le prime bottiglie sono state stappate sul finire del 2008), si mostra come un rosso capace di sfidare il tempo. Quello che più colpisce è infatti la freschezza che si avverte nel calice, quasi a nascondere la bella stoffa (in alcol e struttura) che lo caratterizza. Forse è propria questa spinta di gioventù che ci fa avvertire al primo impatto ‘2004’ come qualcosa di meno denso e vellutato rispetto al ‘Don Nicola’. Se dobbiamo stilare una classifica, cosa che a noi non è mai piaciuta, tendiamo a tifare per il ‘2004′, per i suo tratti di austerità più signorile, con il tannino ben marcato ma sempre gentile e soprattutto per un lavoro più sapiente del legno, meno avvertibile nel calice. Un bel rosso che affiadiamo alla prova degli anni ma che già adesso non esitiamo a stappare per accompagnare delle grigliate di carni sannite e qualche buona fetta di pecorino ben stagionato.
Questa scheda è di Pasquale Carlo
Sede a Torrecuso, Via Tora
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