AVITA VINI
Uva: gaglioppo
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
vista: 5/5. Naso: 24/30. Palato: 25/30. Non Omologazione 35/35
Sì, gaglioppo al galoppo: in termini di crescita d’immagine, identità sensoriale e territoriale. Tuttavia, per avvicinarsi a questi obiettivi, bisogna andarci piano, lenti, come Francesco e Laura che, in cinque anni, silenziosamente, sono arrivati alle luci della ribalta, stravolgendo le proprie vite, sorpresi da tanto rumore e ben consapevoli di essere solo all’inizio di un lungo cammino.
Ritorno alla terra, ritorno alla vite, perché? La vigna è nel DNA di famiglia, il nonno, il padre e dopo un lungo peregrinare, il figlio. All’inizio, Francesco si è affidato al saper fare dei vecchi contadini, coniugandolo con quanto di nuovo aveva appreso studiando enologia. Francesco non è un interventista, lavora in biologico certificato, convinto della supremazia del lavoro in vigna. Al di là dei regolamenti dei disciplinari, bisogna saper ascoltare e leggere la vigna, come sosteneva il Maestro Gino Veronelli. Viticoltura biologica e vino da uve biologiche, lasciando che il vino si faccia intervenendo il meno possibile e lavorando ovviamente con lieviti autoctoni. A volte – mi racconta Francesco – durante la mia visita in cantina e in giro per vigne, mi vien voglia di uscire dalla doc, di liberare me e le vigne da reticoli e cavilli spesso controproducenti per la qualità varietale del vino. Andiamo in giro, circa un mese e mezzo prima della vendemmia, lo spettacolo è mozzafiato. Il terreno argilloso calcareo è arso e i grappoli perfetti.
Camminando tra le due diverse vigne Sant’Anastasia, più giovane, circa 6 – 7 anni e Muzzunetto impiantata originariamente nel 1967, Francesco mi spiega che, come madre natura insegna, il vino, in questo caso, il Cirò, non può essere uno solo. La diversità dipende dai differenti territori dell’areale. In pratica si tratta di perseguire la strada che oggi, costituisce l’unico futuro per la viticoltura da vitigno autoctono di qualità al sud: la verticalizzazione e specializzazione dei cru, pur nel rispetto di un modello sensoriale che identifichi sempre e comunque le caratteristiche varietali comuni al Gaglioppo.
Dopo un paio d’ore di girovagare (avrei continuato ancora, si prova una gran sensazione di pace e silenzio tra le vigne), torniamo nella piccola cantina, realizzata faticosamente da Francesco e Laura con l’aiuto della famiglia. Un bell’esempio di circuito virtuoso dalla vigna alle bottiglie, quindici.000, etichettate a mano secondo la destinazione, italiana o estera. In bella mostra il gran lavoro didattico realizzato in collaborazione con le scuole elementari e medie di Cirò. Un progetto che sta ricreando consapevolezza e orgoglio del proprio territorio dei giovani cirotani, spingendoli a non partire, a proseguire il lavoro dei genitori nelle vigne. Non è facile, ma l’entusiasmo di Francesco e le iniziative di altri grandi produttori stanno producendo gran fermento a Cirò.
Veniamo all’assaggio, tralascio il 2008, già proclamato da questo blog come miglior rosso dell’anno nel 2009.
‘A Vita 2009, uscito sul mercato da giugno 2011, dopo ben diciotto mesi di affinamento in acciaio e due mesi di bottiglia, arriva dalle vigne in località Sant’Anastasia, viti di circa 6 – 7 anni, esposte a sud, a circa 50 – 70 mt. sul livello del mare. La vinificazione avviene tramite inoculo di lieviti autoctoni, in pratica, un po’ di giorni prima della vendemmia, tra fine settembre e prima metà di ottobre, Francesco lascia una vasca di 4 – 5 quintali di uve scoperta, la fermentazione parte spontanea. L’annata 2009 ha avuto un decorso inizialmente buono, ma, proprio dal 20 di settembre, in prossimità della vendemmia, sono arrivate le piogge a scatenare muffe che hanno rovinato tutto il raccolto della vigna a nord, la più vecchia, quella di Muzzunetto, le cui uve non sono state vinificate. Si è invece salvata la vigna a sud, Sant’Anastasia, ecco il grafico delle piogge realizzato da Francesco de Franco e disponibile sul sito aziendale.
Il vino si presenta al bicchiere con tutte le caratteristiche attese: buona trasparenza, spesso scambiata per difetto da chi non ha dimestichezza con il gaglioppo, il colore rubino scarico e allo stesso tempo scattante, ci anticipa una bella freschezza al palato. La consistenza in roteazione preannuncia i 14°C alcolici, il vino si muove lento e regolare, sprigionando al naso profumi tanto intensi, quanto complessi. Il gaglioppo si fa attendere, un po’ di pazienza ed ecco venir fuori un bel frutto, per nulla altezzoso ma, sinuoso, elegante, silenziosamente protagonista. Sentori sostanziosi e al tempo stesso fini di rosa e ciliegia scura, poi un susseguirsi di erbe aromatiche della costa ionica, (siamo davvero sul mare) rosmarino, salvia, timo, e note speziate ancora leggere, che si sentono a intervalli più o meno lunghi. Insomma un bicchiere da tenere sotto il naso per un bel po’. L’ingresso in bocca offre le medesime sensazioni dell’olfatto: tutto è molto lento e progressivo, fino a una persistenza gustolfattiva e un finale di bocca notevolmente lunghi. Il vino si caratterizza per freschezza e sapidità (ho visto vigne confinare con le spiagge) fuse con tannini importanti, fini, asciutti con tanta strada davanti. La beva è molto piacevole e per nulla stancante, l’acidità invita a sorseggiare, sostenendo bene un estratto da grande rosso del sud, con una differenza: il vino non si mastica e non si taglia a fette. Non potrebbe essere diversamente, viste le pratiche di cantina totalmente naturali e le manipolazioni assenti. Le rese non sono basse, siamo tra gli 80 – 85 q./ha., tuttavia il vino ci regala sensazioni confortanti: under statement, discrezione, il timido ingresso al palato, si rivela poi divertente, di compagnia, sincero, esattamente come Francesco e Laura. Ciò conferma quello che da qualche tempo penso e sostengo: il vino assomiglia a chi lo fa, le mille espressioni degli occhi di Francesco, la voce sommessa ma sicura, si leggono nel bicchiere. Avita Vini ha lunghi anni di lezioni di vite e di vita da impartire. Coraggio ragazzi, adelante Cirò. Volutamente non mi dilungo in abbinamenti gastronomici.
Questa scheda è di Giulia Cannada Bartoli
Sede a Cirò Marina, Strada Statale Ionica 106,
Tel. 0962.31044, 329.0732473 www.avitavini.it Ettari: 8 di proprietà.
Enologo: Francesco De Franco. Bottiglie prodotte: 15.000.
Vitigni: gaglioppo, magliocco, greco nero e greco bianco.
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