di Galetti Marco
Del perché il rosato di Lenza ti prende all’amo.
Dalla vinificazione in bianco di sole uve Aglianico, sono nate nel 2018, a Macchia di Montecorvino Rovella, pendici dei Picentini, tremila bottiglie di questo rosato di nome Vale e di cognome Lenza.
La tradizione vitivinicola della Famiglia Lenza, inizia nel lontano 1881 con Stanislao Lenza, bisavolo di Valentino che oggi conduce l’Azienda con il supporto del figlio Guido, dell’Enologo Sergio Pappalardo e di Ida, moglie di Guido.
Oltre ad occuparsi delle vigne, i Lenza possiedono anche un allevamento di cavalli e producono un olio extravergine, DOP Colline Salernitane, estratto a freddo.
Questa famiglia, che con metodi via via più moderni, pigia l’uva da centoquarant’anni, è garanzia di serietà per il consumatore appassionato ed attento.
Quando ho chiamato in Azienda, per avere qualche informazione su questa bottiglia ricevuta in regalo da un amico, ho parlato con Guido che mi ha piacevolmente stupito per la sua gentilezza e disponibilità, ci sono persone che considerano i rapporti umani uno scopo per ottenere qualcosa, altre il cui scopo sono i rapporti umani e il resto arriva in modo naturale come l’uva sui tralci.
Tenuta Lenza, quanto amore nelle vigne… “cade l’acqua ma non mi spegne, voglio te”
Dall’amore per le vigne è nato questo rosato che profuma di fiori freschi, dall’acidità in equilibrio per nulla precario, una buccia di cipolla elegante, diciamo un rosa cipria con screziature oro, dalle dolci colline salernitane è arrivata alla mia tavola questa quota rosa, credo di averla trattata con galanteria facendole conoscere un guizzante salmone, sembravano fatti l’uno per l’altra…
Vale, controetichetta, ovvero il lato B di questa quota rosa
Questo post è dedicato alla mia amica Lucanina, una bella quota rosa che sta ristrutturando casa e il suo cuore, alla tua, cara Vale.
il mio calice di Vale e, ton sur ton, uno splendido medaglione di salmone appena scottato con pepe nero toscano e olio cilentano
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