![Perciatelli al pomodoro](https://www.lucianopignataro.it/wp-content/uploads/2021/01/1-Perciatelli-al-pomodoro-e1610276399496.jpeg)
di Marco Galetti
Ingredienti per due persone affamate: duecentocinquanta grammi di vermicelli targati Napoli, un barattolo di pelati targati Paestum, aglio, olio (ho usato un extravergine cilentano di produzione di nicchia), basilico e sale.
Preparazione: dopo aver soffritto leggermente l’aglio in una padella larga con un cucchiaio d’olio, aggiungere i pelati e cuocerli (accudendoli e scamazzandoli amorevolmente) per una decina di minuti regolando di sale, nel frattempo lessare i perciatelli, scolarli MOLTO al dente e mantecarli nel sugo per un minuto con due foglie di basilico spezzate grossolanamente, servire subito con un filo di olio a crudo.
Questo è uno dei pochi piatti che tolgono fame, pensieri e filtri, ci si avvicina nudi alla tavola, è cibo purificatore.
Vino in abbinamento: azzeccato, molto gradito e fortunato (me l’hanno regalato): Vigna Madre, un ottimo Piedirosso dei Campi Flegrei dell’Azienda Vitivinicola La Sibilla, della famiglia di Meo alla quinta generazione.
per non dimenticare, continua***
Considerazioni: questi vermicelli bucati di Napoli sono trafile quasi dimenticate per ragioni tecniche e commerciali, difficoltà di essiccazione dei formati lunghi, più delicati e più difficili da cuocere.
Sebbene nell’ottocento i venditori di pasta fossero soliti affermare che i perciatelli avessero “ncuorpo l’ossatura”, per un polentone al primo tentativo sono stati difficili da domare, dopo aver superato a pieni voti centinaia di prove di cottura mi sono distratto un attimo, imperdonabilmente, su un formato che non conoscevo, la lancetta dei secondi ha effettuato un giro di troppo e, come si vede dalla foto in apertura di post, è un dente ma non un “dentassimo” come si dovrebbe o, per lo meno, come piace a me, poco male, mi rimangono in dispensa duecentocinquanta grammi per rimediare, rimedierò.
***per non dimenticare:
Il vermicello campano di un mezzo toscano a Milano, nasce per non dimenticare…
La cultura, l’artigianalità, le produzioni di nicchia, i vini dimenticati, i formaggi d’alpeggio, i norcini e i loro salumi, le varietà di frutta in estinzione che non si estingueranno, i formati di pasta introvabili che non si possono copiare e non si devono dimenticare, ci salveranno.
Un grande formato di pasta, un piatto italiano condito con pomodoro biologico, olio cilentano e basilico ci salveranno, tre ingredienti, tre colori, quelli della nostra bandiera, per non dimenticare chi siamo, ma soprattutto, perché siamo…
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