Civiltà del Bere: ecco i sei vini più premiati dalle sei guide del vino


Alessandro Torcoli, direttore di Civiltà del Bere

Il Top delle Guide Vini è in edicola, all’interno del numero di gennaiofebbraio di Civiltà del bere. Da marzo sarà reperibile come estratto indipendente in forma ampliata e approfondita, con una puntuale segnalazione delle etichette e delle aziende italiane che quest’anno
hanno raggiunto punteggi d’eccellenza.
Dalle rilevazioni eseguite da Civiltà del bere negli ultimi 15 anni è ormai assodato che i vini che mettono d’accordo tutte le Guide si attestano su quantitativi minimi. Le sei pubblicazioni del vino italiano infatti (Ais Duemilavini, Espresso, Gambero Rosso, Maroni, Slowfood e Veronelli) non sempre riportano giudizi omogenei, anzi.

Quest’anno sono riusciti nel portentoso intento “I Magnifici 6”:
Sassicaia, che conferma per l’ennesima volta la sua posizione al vertice con
l’annata 2009 e si rivela la vera bussola del vino italiano, Grattamacco 2009, il Barolo Cannubi Boschis 2008 di Luciano Sandrone, l’Amarone 2005 di Bertani, il San Leonardo 2007 della Tenuta San Leonardo e il Passito di Pantelleria Ben Ryè 2010 di Donnafugata.
Due toscani, un piemontese, un veneto, un siciliano e un trentino hanno fatto dunque l’en plein ottenendo tutte le eccellenze dispensate dai guru nostrani della degustazione: i Cinque Grappoli dell’Ais, almeno 18/20 dell’Espresso, i Tre Bicchieri del Gambero Rosso, i Vini Frutto di Luca Maroni, i Vini Slow e i Grandi Vini di Slowfood e le Super Tre Stelle della Guida Veronelli.
Analizzando più nello specifico la situazione di quest’anno, notiamo come il trio Ais-Gambero- Veronelli dimostri una predilezione per le etichette celebri. Si discosta da questa filosofia di pensiero Luca Maroni, che con la sua teoria del frutto segue una logica propria e penalizza i vini da invecchiamento, come Barolo e Barbaresco.
Nel caso di Maroni, i cui Vini Frutto (84/100) sono addirittura 9.580, nella rielaborazione del Top delle Guide 2013 – ad eccezione che per i “ magnifici
6” per cui si sono considerati in effetti i Vini Frutto – si è tenuto conto dei vini da 91/100 in su, che sono comunque 441, in media con quelli degli altri, che spaziano dalle 232 dell’Espresso (la guida più severa) alle 545 di Veronelli, la più larga di manica.
Uno sguardo sulle regioni italiane: al top si conferma la Toscana, con i 381 vini premiati dalle Guide (quasi il 21%), seguita dal Piemonte (329 etichette, il 18%); insieme fanno il 39%, contendendosi più di un terzo dei gioielli enologici italiani.
Al terzo posto il Trentino-Alto Adige con 156 vini top. Al quarto posto il Veneto con 146 e al quinto posto il Friuli Venezia Giulia con 126. Il Sud è in sesta posizione con la Sicilia che ha ottenuto 96 segnalazioni.
Una nota a parte la meritano i “Maestri dell’Eccellenza”, le aziende premiate per almeno un vino da almeno tre Guide negli ultimi tre anni. Sono 102 le Cantine ai vertici, situate prevalentemente in Piemonte e Toscana.
Il Top delle Guide Vini 2013 è disponibile in edicola insieme al numero di Civiltà del bere di gennaio-febbraio.
Da marzo sarà reperibile come estratto indipendente in forma ampliata e approfondita, con una puntuale segnalazione delle etichette e delle aziende italiane che quest’anno hanno raggiunto punteggi d’eccellenza. Dalle rilevazioni eseguite da Civiltà del bere negli ultimi 15 anni è ormai assodato che i vini che mettono d’accordo tutte le Guide si attestano su quantitativi minimi. Le sei pubblicazioni del vino italiano infatti (Ais Duemilavini, Espresso, Gambero Rosso, Maroni, Slowfood e Veronelli) non sempre riportano giudizi omogenei, anzi. Quest’anno sono riusciti nel portentoso intento “I Magnifici 6”, ovvero Sassicaia, che conferma per l’ennesima volta la sua posizione al vertice con l’annata 2009 e si rivela la vera bussola del vino italiano, Grattamacco 2009, il Barolo Cannubi Boschis 2008 di Luciano Sandrone, l’Amarone 2005 di Bertani, il San Leonardo 2007 della Tenuta San Leonardo e il Passito di Pantelleria Ben Ryè 2010 di Donnafugata. Due toscani, un piemontese, un veneto, un siciliano e un trentino hanno fatto dunque l’en plein ottenendo tutte le eccellenze dispensate dai guru nostrani della degustazione: i Cinque Grappoli dell’Ais, almeno 18/20 dell’Espresso, i Tre Bicchieri del Gambero Rosso, i Vini Frutto di Luca Maroni, i Vini Slow e i Grandi Vini di Slowfood e le Super Tre Stelle della Guida Veronelli. Analizzando più nello specifico la situazione di quest’anno, notiamo come il trio Ais-Gambero- Veronelli dimostri una predilezione per le etichette celebri. Si discosta da questa filosofia di pensiero Luca Maroni, che con la sua teoria del frutto segue una logica propria e penalizza i vini da invecchiamento, come Barolo e Barbaresco. Nel caso di Maroni, i cui Vini Frutto (84/100) sono addirittura 9.580, nella rielaborazione del Top delle Guide 2013 – ad eccezione che per i “ magnifici 6” per cui si sono considerati in effetti i Vini Frutto – si è tenuto conto dei vini da 91/100 in su, che sono comunque 441, in media con quelli degli altri, che spaziano dalle 232 dell’Espresso (la guida più severa) alle 545 di Veronelli, la più larga di manica. Uno sguardo sulle regioni italiane: al top si conferma la Toscana, con i 381 vini premiati dalle Guide (quasi il 21%), seguita dal Piemonte (329 etichette, il 18%); insieme fanno il 39%, contendendosi più di un terzo dei gioielli enologici italiani. Al terzo posto il Trentino-Alto Adige con 156 vini top. Al quarto posto il Veneto con 146 e al quinto posto il Friuli Venezia Giulia con 126. Il Sud è in sesta posizione con la Sicilia che ha ottenuto 96 segnalazioni. Una nota a parte la meritano i “Maestri dell’Eccellenza”, le aziende premiate per almeno un vino da almeno tre Guide negli ultimi tre anni. Sono 102 le Cantine ai vertici, situate prevalentemente in Piemonte e Toscana. Il Top delle Guide Vini 2013 è disponibile in edicola insieme al numero di Civiltà del bere di gennaio-febbraio. L’estratto è invece acquistabile sul sito www.civiltadelbere.com o contattando l’indirizzo [email protected], al costo di 7 euro comprese le spese di spedizione.

Per ulteriori informazioni:

Agnese Pellucci Eventi & PR
Tel. 02.76.11.03.03
[email protected]
www.civiltadelbere.com

o contattando l’indirizzo [email protected], al costo di 7 euro comprese le spese di spedizione.

Per ulteriori informazioni:
Agnese Pellucci
Eventi & PR
Tel. 02.76.11.03.03
[email protected]

9 Commenti

  1. Sono certo che questa classifica delude i radical geek, ma alla fine la realtà avrà pure il suo peso.
    Una sola critica fondante alla redazione diretta dal bravissimo Alessandro Torcoli: non potete escludere dalla classifica Vini Buoni d’Italia del Touring Club.
    L’anno prossimo mi aspetto perciò una pubblicazione definitiva che tenga conto anche di questa guida per avere il panorama completo italiano.

  2. Grazie Luciano di questa tua precisazione. E’ vero che la Guida del Touring non contempla i vini di vitigno internazionale, salvo le bollicine che hanno un loro spazio, ma per i vini di vitigno autoctono che rappresentano una importante (per noi la più importante) area di produzione vitivinicola italiana, le nostre valutazioni andrebbero prese in considerazione. Speriamo che nel futuro questo avvenga.

    1. Ogni guida segue un suo percorso: se il Touring ha solo vini da uve autoctone Maroni premia solo i vini marmellata. La cosa interessante è proprio la media ponderata tra le diverse impostazioni. Proprio per questo è un errore non tenerne conto. A parte che il Touring è l’editore più anziano e più conosciuto di tutti:-)
      Anche la classifica fuffa di Class era parziale e sono usciti risultati imbarazzanti e non corrispondenti alla realtà

  3. Mai classifica fu più insignificante… Basta pensare che alcune di queste pubblicazioni (se fossero guide non potrebbero) si permettono di escludere alcune tra le più qualificate aziende italiane.
    Ad esempio Quintarelli, presente solo su 3 guide o Giacomo Conterno.

  4. Attenzione a non fare del populismo inutile. Se l’editore ha deciso di estrapolare i dati solo dalle guide citate avrà le sue ragioni. Infatti Sassicaia, Grattamacco o S. Leonardo non comparirebbero nel Touring perchè non fatti solo da uve autoctone. Non è che potete imporgliela la guida Touring per fare le comparazioni, siate più umili.
    Secondo, alcune aziende non mandano campioni volutamente oppure non li mandano in tempo per le chiusure editoriali delle guide, quindi capitano delle esclusioni.

    1. Infatti, proprio perché non compaiono nella guida Touring la classifica sarebbe più vera. Anche mettere Maroni penalizza Barolo, Aglianico e alcuni Brunello ma non per questo io dico che va esclusa.
      Paura di un confronto vero?

  5. Per carità, io Maroni non lo includerei proprio perchè parte da presupposti che non condivido assolutamente, la teoria assurda del vino-frutto, etc. Però non è che tu puoi dettare la linea a Civiltà del Bere: è una loro libera scelta editoriale, mentre quello che proponi tu è di taglio totalmente diverso. Sta di fatto che voi oggi trattate solo gli autoctoni e quindi non potete essere comparati a chi valuta anche superTuscans, etc., giusto o sbagliato che sia.

    1. Forse hai un po’ di confusione. Io lavoro nella Guida Slow Wine.
      Non mi sogno certo di dettare la linea a nessuno, faccio una osservazione.
      Vabbé, vuol dire che la faremo noi la classifica delle classifiche, con la variante: con e senza Maroni (che è un catalogo più che una guida): allora si che il quadro delle scelte enologiche italiane sarà più chiaro e preciso

  6. Lo so dove lavori, mi riferivo in generale. Ecco però che ora fai una proposta interessante alla quale però farei una piccola variante: una classifica dei soli autoctoni e una con gli alloctoni, indipendentemente da Maroni…

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